Il doppio standard di USA e UE nella politica internazionale

nov 26, 2014 0 comments


Di Salvatore Santoru


Come si può constatare seguendo gli avvenimenti politici internazionali, la politica estera di USA e Unione Europea si basa su un forte doppio standard.
Mentre teoricamente essa si basa sulla salvaguardia dei diritti umani o la promozione di pace e democrazia, ciò naturalmente vale solo per alcuni paesi, definiti genericamente "stati/canaglia", non conformi ai loro interessi, mentre per gli alleati è tutta un'altra storia.

Si pensi alla Turchia e al suo crescente islamismo, che ormai ha poco da invidiare al tanto demonizzato Iran.

Recentemente, Erdogan si è espresso contrario all'uguaglianza di genere, e ogni giorno che passa sembra che il paese si stia trasformando in una teocrazia, ma nonostante ciò rimane fortemente alleato della NATO, degli USA e si è sempre ben disposti nel voler fare della Turchia uno stato aderente all'Unione Europea.


Tra l'altro, la Turchia è il maggior finanziatore dei cosiddetti "ribelli" siriani, perlopiù islamisti, mentre la Siria di Assad tanto deprecata è un paese basato sulla libertà di culto e l'eguaglianza di genere.

Passando all'Iran, un paese che certamente non è un paradiso, come non dimenticare la costante campagna di strumentalizzazione portata avanti dai media occidentali ?


L'Iran viene ancora accusato di voler costruire la bomba atomica, eppure non si dice niente delle  o della bomba atomica del Pakistan o delle 80 testate nucleari di Israele, e per essere precisi il progetto del governo iraniano è stato sempre quello di sviluppare il nucleare civile e eventualmente militare, cosa deprecabile ma guardando nel contesto, strategia comune a quasi tutti i paesi del Medio Oriente.

Ai tempi del discutibile ex presidente Ahmadinejad, si era fatta una grande campagna mediatica per denunciarne il presunto antisemitismo, tanto che lo stesso ex presidente iraniano ( tra l'altro di presunta origine ebraica ) avrebbe detto che Israele doveva sparire e avrebbe negato l'Olocausto.


 In realtà aveva semplicemente affermato che lo stato ebraico doveva smetterla di avere una politica aggressiva che gli si poteva ritorcere contro, e per l'Olocausto ha parlato della strumentalizzazione di esso, cosa già fatta ad esempio dallo scrittore statunitense di origine ebraica Norman Finkelstein, e del fatto che bisognava esserci libertà di ricerca anche su questo tema, in una discussa conferenza a Tehran, insieme tra l'altro a un gruppo di rabbini ortodossi, i Neturei Karta.

Tutte affermazioni discutibili e magari anche non pienamente condivisibili, ma ben lontane da ciò che ne era stato rappresentato.


E a proposito di antisemitismo, per l'Arabia Saudita, maggior alleato degli USA, ebrei e israeliani praticamente non possono entrare nel paese, e nel 2011 la Delta Airlines, dopo un'accordo con la Saudi Arabia Airlines, si era vista l'obbligo di vietare l'imbarco a ebrei e cristiani.

In Iran, invece c'è da ricordare che esiste la più numerosa minoranza ebraica dell'intero Medio Oriente senza contare Israele, e stando ai dati dell'Anti Defamation League, l'antisemitismo è meno diffuso che in qualsiasi altro paese del Medio Oriente o dell’Africa settentrionale.

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