Se per le fasce di reddito più basse, tenendo conto dell’Isee, si pensa a un’esenzione totale o parziale la vera novità riguarda seconde case e terze case, magari non affittate. Le residenze di villeggiatura attualmente non sono sottoposte a pagamento: ma la riforma parte dalla tesi che chi è titolare di una utenza elettrica ha sicuramente anche la disponibilità di un televisore, quindi deve pagare il canone.
Se i proprietari sono dunque preoccupati di dover pagare il canone anche 2 o tre volte, insorgono, oltre alle compagnie energetiche, anche i centristi e la Lega Nord. E il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, avanza forti perplessità dal punto di vista tecnico.
«È una modalità impropria di riscossione ed è di difficile applicazione - afferma -. La bolletta della luce è già composta da una serie di voci che sono al di fuori del prezzo dell’energia. Si rischia di creare ulteriore difficoltà nella comprensione della bolletta».
Già il presidente di Assoelettrica Chicco Testa aveva parlato di «un abominio», spiegando che gli oneri di gestione sarebbero enormi. Il governo è consapevole che la materia è delicata:per questo il Tesoro sta rivedendo l’articolato con l’obiettivo di inserirlo in un emendamento alla legge di Stabilità da presentare tra un paio di settimane al Senato.
Da stabilire ad esempio se il canone sarà rateizzato nelle bollette bimestrali della luce o arriverà con un bollettino distinto annuale a tutti i titolari di un’utenza. È assodato, invece, che a pagare saranno non solo i possessori dell’apparecchio televisivo, come accade ora, ma anche degli altri device, come tablet e smartphone (un particolare che verrà specificato in un decreto ministeriale dopo il via libera alla riforma).
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