Ogni anno l'associazione Corporate Accountability International (CAI), chiede al pubblico di votare per la multinazionale che ritiene essere il "peggio del peggio". La "vincitrice" viene ammessa alla "hall of shame", un' ideale "sala della vergogna". Dopodichè la CAI si occupa di diffondere l'informazione a vari gruppi di pressione, in modo da spingere queste compagnie a cambiare il loro modus operandi, oppure per spingere governi o autorità locali ad introdurre regolamentazioni per ridurre gli scempi.
Nel mirino non c'è solo l'inquinamento ambientale. La distorsione del sistema politico (corruzione, ecc), l'abuso di diritti umani ed il danneggiamento della salute pubblica sono gli altri fattori che, secondo l'associazione, vanno presi in considerazione quando si deve giudicare la nefandezza di una società piuttosto che un'altra. Comunque il giudice finale restano i votanti.
Se vuoi, vota anche tu!
Nella pagina dedicata al voto si può scegliere tra varie aziende proposte da loro (dalla Philip Morris, a Veolia, da Monsanto a Credit Suisse, da McDonalds alla Bayer), ma c'è anche un bottone per inserire e votare una società di vostra scelta che non compare sull'elenco.
Un'idea niente male, questa dell'assegnazione del voto di peggior azienda dell'anno. Un'etichetta scomoda, che se pubblicizzata e condivisa dalla rete nella giusta misura, può contribuire a modificare l'atteggiamento dell'azienda vincitrice, e forse a limitarne i danni.
In fondo tentar non nuoce, e un clic non costa niente.
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