Di Salvatore Santoru
Sembra proprio che un'intensa e positiva aria di Cambiamento stia attraversando la Sardegna, Terra a lungo martoriata e oppressa.
Tale manifestazione aveva lo scopo di chiedere lo smantellamento delle basi militari straniere presenti nel territorio, e la conseguente bonifica dello stesso.
Essa rappresenta l'apice di un'ondata di costruttiva indignazione iniziata dalla contestazione al fatto che proprio in questo mese la Sardegna doveva diventare un "laboratorio di sperimentazione militare" per l'esercito israeliano e la NATO, una notizia che era trapelata da un articolo dell'Unione Sarda del 23 luglio ( ripreso anche su questo blog lo stesso giorno ), e che ha avuto una fortissima diffusione nei social network e non.
A quanto pare, stando a un articolo della Nuova Sardegna dell'11 settembre, Israele ha dato forfait, mentre il Ministero della Difesa Italiano ha confermato che dal 22 inizieranno le esercitazioni, a partire da Quirra e Teulada.
Difatti, la Sardegna ha bisogno di un radicale quanto consapevole Cambiamento.
La Sardegna non deve più essere una colonia della NATO, non deve più essere una Terra sfruttata, abusata e calpestata da tutti, non deve più essere quel posto in cui tutti vorrebbero andare per farci i loro comodi, a scapito dei sardi sempre di più ridotti in miseria, alla fame o alla disperazione.
La Sardegna non deve più essere distrutta, abusata e inquinata nel nome di una certa industrializzazione selvaggia o dei capricci del militarismo internazionale, la Sardegna non deve più essere solo il "premio" per sceicchi e affaristi senza scrupoli, e sulla cui Terra martoriata e sfruttata ci mangiano tutti, tranne i sardi.
C'è bisogno di una nuova Sardegna: una Sardegna sovrana, libera e il più possibile indipendente.
Una Sardegna che sappia ripartire economicamente dalla valorizzazione del territorio e dei prodotti locali, dalla tutela e salvaguardia del suo ambiente e della cultura, e dell'identità di un popolo per troppo tempo negata e abusata.
Una Sardegna fondata sulla sovranità alimentare, energetica e monetaria, e quindi libera.
Una Sardegna che che sia da esempio anche per altri popoli nella loro lotta per l'autodeterminazione, contro l'imperialismo e l'attuale disfunzionale "mondializzazione" che disintegra identità e culture.
Una civiltà sarda fondata su un ragionato progresso, che si fondi su un certo equilibrio con la Natura, e non sul suo mero sfruttamento.
Una Sardegna avanguardia di libertà e indipendenza, che sia da esempio per la costruzione di un'Europa e di un mondo migliore fondato sulla pace e la libertà, e dove ad ogni popolo sia concesso di vivere nella Terra a cui appartiene.
Per ciò è necessaria una Rivoluzione, ma non una rivoluzione come comunemente si intende, bensì una Rivoluzione Consapevole.
Difatti, non c'è bisogno di dogmi ideologici, ma di un'Idea che funga da guida per la costruzione di una Nazione realmente libera e sovrana.
Una Rivoluzione nè di destra nè di sinistra, oltre la destra e oltre la sinistra, e anche oltre l'attuale indipendentismo, fortemente diviso al suo interno.
Infatti, ciò che è veramente importante non è tanto riportare in uso costumi e lingue cosiddette " tradizionali " ( tra l'altro storicamente nemmeno di origine sarda ), o piegare tale causa a motivi di ordine ideologico ( come purtroppo molte formazioni indipendentiste fanno ), ma porre le basi per una Sardegna realmente libera, e che si fondi su ciò che veramente è "sardità".
Sardità che non è tanto la "limba" o determinati costumi o stili di vita, ma prima di tutto un sentimento interiore che ci fa sentire parte di una grande comunità e che forgia la nostra identità, che ci rende fieri della Terra a cui apparteniamo e delle sue bellezze naturali, o della cultura per cui la Sardegna è conosciuta, e tutto ciò costituisce la reale Tradizione sarda.
Sardità e identità da rispettare, tutelare e valorizzare, per la costruzione di un mondo fondato sulla pace e sulla tutela delle differenze, contro l'attuale omologazione imperante imposta dalla cosiddetta globalizzazione neoliberista e dall'ideologia "mondialista" tutt'ora dominante, basate sullo squilibrio e la distruzione di culture,ambiente e identità, al fine di creare un mondo senza più radici, che potrebbe essere una catastrofe per tutti i popoli della Terra, sardo compreso.
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