Di Salvatore Santoru
La società contemporanea è sottoposta alla dittatura di un "pensiero unico" dominante.
Pensiero unico che è alla base del sistema neoliberista e dell'ideologia radical/progressista ,egemoni rispettivamente nell'economia e nella "cultura di massa".
La visione ideale veicolata da tale pensiero unico, è basata sulla riduzione dell'essere umano ad un semplice ingranaggio sociale ed economico, da cui la "mercificazione dell'esistente" dominante.
Un'altro dogma fondamentale è quello relativo alla completa "fede" nella "tecnica"(scientismo), nel mito della cosiddetta "crescita economica infinita", e dell'attuale processo di globalizzazione.
Ultimamente, però, sembra proprio che stia nascendo una seria alternativa a tutto ciò, e che la situazione stia gradualmente cambiando.
La sempre più forte diffusione dell'interesse verso questioni ambientali e alimentari ( ad es il vegetarianismo/veganismo o il cibo bio e a km zero), la crescita del cosiddetto "salutismo", la creazione di nuove forme di economia e finanza alternative, e di un tipo di politica più "attivo, hanno posto le basi per la propagazione di un nuovo pensiero e di una nuova visione dell'essere umano e della società.
Una visione tesa a sostenere e valorizzare l'essere umano nella sua integrità.
Una visione incentrata sul fondamentale ruolo attribuito all'etica e ai valori costruttivi, a dispetto della promozione degli aspetti più distruttivi e degradanti tutt'ora egemone.
Una visione basata sul rifiuto del nichilismo tutt'ora dominante, e quindi del dogmatico materialismo, del consumismo e del totalizzante relativismo ad esso correlati.
Politicamente, tale visione è legata alla sempre più forte esigenza di una nuova politica, che vada oltre l'obsoleta dicotomia destra/sinistra e che serva realmente gli interessi degli individui e della società.
Essa rappresenta inoltre una reazione contro gli aspetti più critici della modernità, e al tempo stesso la speranza di un'altra modernità e di un'altra globalizzazione, fondata su uno sviluppo sostenibile e basato sull'armonia tra essere umano e Natura.
Essa è anche fondata sulla valorizzazione dell'interiorità rispetto all'esteriorità e dell'utile rispetto al futile.
Essa è fondata anche sulla valorizzazione della Terra rispetto al mero progresso economico, e quindi della Nazione rispetto all'attuale processo di globalizzazione, quest'ultima fondato sul mito della crescita economica infinita e su una concezione assolutista che travalica limiti e radici, naturali compresi.
Essendo il termine "Nazione" al giorno d'oggi un fortissimo tabù, bisogna specificare che con questa parola non intendo la definizione ottocentesca o meramente ideologica di tale termine ( legata alla concezione di Stato/nazione) a cui siamo abituati, ma semplicemente il suo reale significato, Terra natia.
Come molto spesso si dice, accettare e valorizzare sé stessi è necessario per accettare e rispettare l'Altro, così come accettare e valorizzare la propria origine.
Gandhi si propose sostenitore di un "nazionalismo non violento", un concetto che andrebbe sicuramente recuperato al giorno d'oggi.
L'equilibrio nazionale e l'armonia tra le diverse nazioni che compongono la Terra dovrebbe essere la priorità, e questo è impossibile raggiungere con l'attuale processo di globalizzazione, che prevede la distruzione delle differenze che compongono il mondo, portando enormi squilibri.
Non a caso, diversi processi di "forzata globalizzazione" nella storia sono stati basati su continue guerre, violenze e squilibri internazionali (imperialismo, colonialismo e così via).
Solo un mondo basato sul rispetto dell'intrinseca diversità di ogni individuo, può garantire la pace sociale, così come solo un mondo basato sul rispetto di ogni Nazione ( che rappresenta un determinato popolo ) può garantire la pace mondiale, e mai potrà farlo la pretesa di omologazione, totalitaria per natura.
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