Di Maurizio Clemente
Siamo abituati ad un’ idea della storia di tipo evoluzionistico: le varie civiltà tendono progressivamente ad autosuperarsi al fin di garantire condizioni sempre migliori di vita. Tale concezione fu portata avanti , nel 1800, dai positivisti che, ispirandosi al darwinismo(per questo si parla di concezione ”evoluzionistica” della storia), teorizzarono la tesi prima esposta anche a fronte dell’ esponenziale progresso delle conoscenze tecnologiche.
Julius Evola, teorico della ”rivoluzione conservatrice”, contestò invece, tale visione del mondo reputandola troppo ottimista.
Grande studioso di opere molto antiche, quali quelle greche , indiane e di tutte le varie correnti nel mondo antico presenti, Evola fa più volte notare ,nel suo libro ”Rivolta contro il mondo moderno”, come la concezione prima esposta del mondo sia tarda e non condivisa dalle vecchie visioni della società e del cosmo le quali, invece, privilegiavano tendenze alle involuzioni conservatrici a fronte della disarmonia posta in essere dai ”progressismi” i quali altro non sarebbero che meri disfattismi.
La visione fortemente dipendente dal divino delle società antiche garantiva una certa stabilità alle medesime. Una volta venuta meno la concezione del mondo per la quale esistesse un contatto tra il divino e la società che si esprimeva nell’ordine dalla società stessa assunto che si basava sulle disposizioni divine, la società medesima ha perso la sua organicità il cui risultato è,per l’ interpretazione di Evola, prima di tutto, il capitalismo e poi le varie risposte al medesimo, ossia i movimenti social-rivoluzionari, ma tutte queste tendenze derivano dal medesimo rovesciamento della concezione antica del mondo ,negando l’ ordine dal divino imposto.
In tal senso, i vecchi libri delle tradizioni religiose orientali giungevano alla conclusione che ci sarebbe stata una involuzione portante al ritorno alla vecchia gerarchizzazione sociale oppure altri testi teorizzarono la fine stessa dell’ umanità.
I dati che oggi noi abbiamo sulla possibilità di una fine imminente della specie umana sono tali da farci ritenere che il problema dell’ inquinamento globale potrebbe effettivamente condurre la società prima alla lenta agonia per poi giungere al definitivo collasso a meno che non si prendano seri provvedimenti.
Ciò significa che i teorici della rivoluzione conservatrice non avevano tutti i torti nell’ identificare nelle nuove tendenze elementi di mero disfattismo che condurranno alla fine della struttura sociale .
Ciononostante, è troppo presto per portare avanti tali tesi visto che, senza conoscere gli ulteriori sviluppi economico-politici, sarebbe solamente oscurantismo intimorire la popolazione se non sui dati sui cambiamenti climatici i quali sono gli unici effettivamente tragici.
Boh, "oscurantismo intimorire la popolazione se non sui dati sui cambiamenti climatici i quali sono gli unici effettivamente tragici".
RispondiEliminaTragici potrebbero anche esserlo, se fossero effettivamente veri.