Il piano dell'élite mondialista in Medio Oriente

set 2, 2014 6 comments


Di Salvatore Santoru


Attualmente il Medio Oriente si ritrova in una situazione alquanto critica e caotica.
Gli eventi più sintomatici di tale stato sono la continua escalation di conflitti nell'area, come quello israelo/palestinese e siriano, e l'avanzata del fondamentalismo islamico nella stessa Siria e in Iraq.

Come affermano diversi ricercatori e opinionisti, tale caos risulta conforme ai piani di precisi e influenti gruppi di potere mondiali, e più specificamente dell'élite mondialista, che risulta tutt'ora dominante.

Sintetizzando e semplificando, per "élite mondialista" si intende il gruppo di potere dominante negli USA e nella maggioranza della società occidentale ( e non ), il quale si pone l'obiettivo di giungere a un "nuovo ordine mondiale" basato sulla costruzione di un'unico stato e mercato globale, presumibilmente di stampo totalitario.


Andando più nel dettaglio, tra le maggiori correnti ispirate a tale ideologia si annoverano quella neocons e liberal, le quali risultano tutt'oggi dominanti negli States.


Alcuni dei rappresentanti più noti e di media importanza dell'élite mondialista sono Zbigniew Brzezinski, Henry Kissinger e David Rockefeller, i quali sono anche accomunati dall'appartenenza ad alcuni dei più importanti think thank mondialisti, come il Council of Foreign Relations, la Commissione Trilaterale e il famigerato Bilderberg.


Da notare è che negli States Brzezinski è considerato come uno degli ideologi  più influenti e importanti dell'area di "sinistra" (democratici/liberal), mentre Kissinger di quella di "destra" ( repubblicani e neocons ), cosa che fa ben capire che la dicotomia destra/sinistra è perlopiù illusoria e un pretesto usato da parte del potere per controllare meglio la popolazione ( i romani chiamavano ciò "divide et impera" ).


Come si può constatare approfondendo alcune questioni storiche recenti, tale élite si rifà a un pensiero per così dire "machiavellico", ovvero basato sulla considerazione che per raggiungere un determinato fine, qualunque mezzo a disposizione risulta funzionale.

Analizzando la questione mediorientale, si può constatare che nell'area l'ostacolo maggiore al progetto mondialista sembra costituito dall'esistenza di stati sovrani e laici o anche basati sull'Islam moderato e sul 'nazionalismo panarabo', come è più o meno il caso della Siria.


Funzionale al progetto mondialista è l'utilizzo dell'imperialismo statunitense nell'area, e l'avanzata dell'islamismo politico radicale e del fondamentalismo e terrorismo islamista.

Per comprendere meglio tale situazione, bisogna tenere ben presente che l'élite mondialista si rifà alla famigerata dialaettica hegeliana, basata su tesi, antitesi e sintesi, o per dirla in altre parole problema-reazione-soluzione.


In questo caso 
problema : l'avanzata dell'islamismo fondamentalista
 reazione : intervento dell'imperialismo USA
soluzione : costruzione del "Grande Medio Oriente" conforme ai piani dei mondialisti.


Sull'avanzata dell'islamismo nell'area e in particolar modo del tremendo ISIS, c'è da ricordare l'indiretta e forse anche diretta complicità dell'élite mondialista.

Difatti, oggi come ieri il l'islamismo politico radicale e il fondamentalismo islamico sono uno dei più potenti bracci armati del progetto mondialista, così come lo è l'imperialismo statunitense, due "opposti" i quali servono per creare quello che viene chiamato come NWO.


Tale tematica, già tratta altrove in questo blog, merita ulteriori approfondimenti e analisi meno semplicistiche di quanto si possa fare in questo articolo.

D'altronde il programma dell'ISIS per qualche strana "coincidenza" risulta praticamente identico a quello "mondialista": la distruzione di tutte le nazioni dell'area per la costruzione di un grande califfato, sostenuto finanziariamente tra l'altro da paesi come l'Arabia Saudita e il Quatar, paesi fortemente propagandisti del credo mondialista in versione islamista radicale.


Qua entra in gioco anche l'imperialismo USA, il quale vede nella Siria e nell'Iran ostacoli ( nemici comuni anche per l'ISIS ) ai propri progetti di dominio per questioni energetiche e geopolitiche.

Tra l'altro, già nel famigerato documento Rebuilding America's Defenses, prodotto dal think thank neocons PNAC nel 2000, si parlava di guerra contro la Siria e l'Iran, al fine di consolidare l'influenza statunitense nell'area.


L'obiettivo degli States nell'area, secondo molti opinionisti sarebbe quello di consolidare la propria influenza e dare sostegno ad Israele, ma su questo punto c'è una piccola sorpresa.


Difatti, l'obiettivo dell'élite mondialista a lungo termine semberebbe la distruzione di tutti gli stati sovrani della regione, compreso l'ipotetico futuro stato palestinese e lo stesso Israele.

Com'è noto, l'élite mondialista è fortemente abile nel finanziare entrambi gli schieramenti per poterci guadagnare, e difatti in arrivismo e spregiudicatezza politicamente è imbattibile.

Anche sulla questione israelo/palestinese, come avevo già accennato in un articolo di luglio su questo blog, le cose funzionano così.


Da una parte i mondialisti sostengono la politica espansionista attuata dal governo israeliano, facendo anche in modo di radicalizzare gli israeliani nella giustificazione di ciò, dall'altro spingono i palestinesi verso l'islamismo radicale e il sostegno di paesi come l'Arabia Saudita e il Quatar.

L'obiettivo finale è la destabilizzazione totale del Medio Oriente, passo dopo passo.

C'è da dire che per il momento tale desiderio dell'élite mondialista è teoricamente bloccato a causa della situazione siriana, e difatti ora il progetto sta procedendo a rilento.


Non potendo esserne ovviamente certi, si può solo ipotizzare che le prossime mosse dei mondialisti nel Medio Oriente saranno dettate da una certa prudenza e la situazione sarà attraversata da un'apparente calma.

Probabilmente ci saranno sporadici accordi tra il governo siriano e gli USA al fine di contrastare ISIS, Israele e la Palestina attraverseranno un periodo di relativa pace ( con riconoscimento dello stato di quest'ultima ), la situazione irachena tenderà a stabilizzarsi gradualmente, ma ipoteticamente tale situazione di "calma apparente" potrebbe essere da preludio a una nuova escalation di guerra e destabilizzazione, utile per il controllo del Medio Oriente da parte dell'élite mondialista.


Avanzando un'ipotesi "complottista" sembrerebbe proprio che tale situazione possa costituire il preludio a nuova guerra su scala mondiale, e tale guerra mondiale sarebbe il preludio al cosiddetto nuovo ordine mondiale, come denunciato da anni e anni da molti ricercatori.


L'unica cosa di cui si può essere certi ora, è che non tutto è perduto e ancora ci sono delle speranze per fermare i diabolici piani mondialisti, prima che sia troppo tardi.

Commenti

  1. Scusatemi ma io non credo a tutte queste fantasie.
    Ma dove le prendete queste idee balzane?
    Ordine mondiale? In Italia sono decenni che alcuni fanno quello che vogliono, non è un segreto, non è ordine mondiale, è menefreghismo e IGNORANZA.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. CONDIVIDO al 200%
      C'è libertà visto che si scrivono queste fantasie.

      Elimina
    2. le fantasie sono nella vs. crassa ignoranza ed ignavia o siete troller??? Napolitano e Bertone ne hanno parlato 2 volte in un anno frase "" Si va verso il nuovo ordine mondiale " Stupidi itaglioti

      Elimina
    3. Anonimo delle 19:21, le fonti sono dentro l'articolo ( basta cliccare sulle parole e frasi colorate in verde), tu dici che sono "idee balzane", libero di crederlo, purtroppo sono cose molto realistiche.

      L'Italia con questo articolo non so cosa c'entri, visto che si parla del Medio Oriente, e l'ordine mondiale è riferito al Nuovo Ordine Mondiale, ovvero al progetto di globalizzazione che sta portando verso un'unificazione totale del mondo a livello sociale, politico ed economico, e che sembra non sarò tutto rose e fiori come ci dicono.

      Elimina
  2. Bell'articolo di competenza geopolitica. E la Russia di Putin come si inserisce???

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per i complimenti :).
      La Russia di Putin direi che geopoliticamente risulta un'ostacolo agli interessi degli States, in quanto è il maggior alleato della Siria, e non intende cedere sovranità alla NATO nell'Est Europa.

      C'è da aggiungere che ci sono anche ricercatori che dicono che comunque in realtà, sia Russia che USA rappresentino 2 facce della stessa medaglia agli alti livelli, in quanto i loro governi in un modo o nell'altro sono manipolati ( chiaramente USA,UE di più ) dalla stessa oligarchia internazionale ( banchieri, multinazionali, grandi lobby ecc )...su quest'ultima tesi, che risulta ovviamente da approfondire, consiglio questo articolo : http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/06/occidente-e-oriente-sono-sullorlo-di.html.

      Saluti.
      Salvatore.

      Elimina

Posta un commento

Partecipa alla discussione

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Search

tags

Modulo di contatto