Anche in Italia nasce la prima casa OFF GRID, completamente autosufficiente. E’ stata costruita a Monsano, nelle Marche in provincia di Ancona, dall’azienda Energy Resources. La costruzione è scollegata da reti di luce e gas. L’OFF GRID sta diventando una vera e propria tendenza del mondo occidentale. Sempre più famiglie scelgono uno stile di vita indipendente a autonomo al 100%. Molti statunitensi, a causa della pressione fiscale, hanno deciso di rinunciare alla carta di credito, alla televisione satellitare, alla tecnologia di ultima moda, lasciando i quartieri urbani per trasferirsi in campagna e optare per uno stile di vita autosufficiente.
http://www.lafucina.it/2014/09/24/energia-pulita-la-casa-senza-petrolio/
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Off grid significa vivere senza bollette. Un’utopia fino a poco tempo fa. Una reale possibilità oggi. Stati Uniti (come dimostra il video sopra) e Paesi del Nord sono la dimostrazione concreta che si può fare. Scegliere di vivere in un’abitazione off grid oltre a rappresentare un vantaggio economico porta numerosi benefici che riguardano due aspetti ben precisi: per prima cosa si realizzano abitazioni che producono solo energia pulita, in secondo luogo si costruisce in luoghi più isolati, senza prestare attenzione ai mille ostacoli di allaccio alle reti di distribuzione elettrica, gas. La tecnologia off grid è basata sull’utilizzo di diverse forme di produzione dell’energia, l’elettricità è ricavata da fonti rinnovabili: solare, eolico, geotermico e biomasse, le eccedenze vengono trasformate in idrogeno che alimenta riscaldamenti, cucine e, se si possiede un veicolo ad idrogeno, fa da carburante.
E’ previsto anche un sistema di fitodepurazione per il riciclo delle acque di scarico di bagni e cucine che dopo vari trattamenti possono essere riutilizzate. Sebbene in Italia la casa off grid rappresenta una novità, all’estero è una realtà già consolidata: in America le famiglie che attualmente vivono in case off grid sono circa 20.000, mentre nei paesi nord europei troviamo veri e propri quartieri. Esempio interessante è Hammarby y Sjostad a Stoccolma, che conta quasi 25.000 abitanti. Oltre all’utilizzo di pannelli solari per la produzione di acqua calda ed energia elettrica, si sfrutta un sistema pressurizzato di smaltimento dei rifiuti. I rifiuti così arrivano in centri di smaltimento già differenziati, dove parte viene riciclata e parte (su questo si potrebbe discutere) utilizzate per produrre energia che contribuisce ad alimentare il quartiere.
Spiega Enrico Cappanera, autore del progetto della casa a Monsano: “ora le multinazionali possono realmente preoccuparsi, è finita l’era del petrolio. Operazioni come questa rendono più concreti i concetti legati alla terza rivoluzione industriale ed aprono le porte ad una nuova stagione per l’umanità, dove sarà la generazione distribuita di energia elettrica da fonti rinnovabili a ripristinare l’equilibrio tra uomo e pianeta“.
RISPARMIO - Quanto si può risparmiare con questa tecnologia? Ce lo spiega questo interessante documentodella Off Grid Academy: “Con la casa autosufficiente sarebbe possibile arrivare a tagliare totalmente il contributo mensile delle famiglie ai grandi erogatori di servizi. Un calcolo iniziale e parziale parla di circa 4.000 euro l’anno di risparmio per le famiglie italiane“.
COSTI - Dove sta il problema? Per raggiungere il 100% di autoconsumo l’impianto fotovoltaico off grid ha spesso “bisogno” di batterie di accumulo che “raccolgano” l’energia in surplus prodotta di giorno per renderla disponibile nei vari momenti della giornata. Nonostante gli evidenti benefici questo tipo di sistemi stenta ancora ad imporsi definitivamente. Il perché deve essere ricercato nell’elevato costo delle batterie, che siano esse al piombo acido (con un’efficienza energetica del 75 – 80%), ad alta temperatura (con efficienza energetica del 85 – 90%) o agli ioni di litio (con efficienze energetiche maggiori del 90%) purtroppo oggi richiedono ancora troppi anni per ammortizzare l’investimento. Anche se sembrerebbe che i prezzi stiano lentamente scendendo, anche perché si stanno sempre più diffondendo pacchetti “all inclusive” (i pannelli fotovoltaici, l’inverter e l’accumulo), che presentano il vantaggio di essere una tecnologia composita studiata per lavorare insieme, garantendo conseguentemente le massime prestazioni e il massimo risparmio. Con la fine degli incentivi al fotovoltaico, ormai un lontano ricordo, non sarà facile, forse impossibile, “tagliare” fuori le multinazionali. Considerando anche che la politica energetica di questo Governo non va proprio nella direzione di favore queste tecnologie.
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