Di Francesca Mulas
Raccogliere i rifiuti lasciati da bagnanti maleducati in spiaggia può costare caro agli amanti dell’ambiente: ne sa qualcosa Ilaria Montis, cagliaritana di 35 anni protagonista di una vicenda che ha del surreale.
Qualche giorno fa, mentre gettava a Cagliari bottiglie e altri oggetti in plastica “dimenticati” a Piscinas, è stata bloccata da una solerte squadra di poliziotti che le ha verbalizzato una multa di 167 euro. Il motivo? “Non residente a Cagliari, conferiva all’interno dei cassonetti stradali buste contenenti rifiuti”.
La Montis, archeologa con un contratto di ricerca all’Università di Cagliari e una grande passione per i temi dell’ambiente e della pace, è stata fermata a Cagliari davanti a un cassonetto in viale Poetto: colta sul fatto mentre gettava la spazzatura proveniente da lontano, un reato su cui evidentemente la Polizia municipale di Cagliari non transige.
“Domenica sera con un amico ci siamo fermati a fare un tuffo a Piscinas, andando via abbiamo deciso di pulire un po’ la spiaggia, cosa che mi capita di fare spesso, e abbiamo riempito un’intera cassetta di rifiuti vari tra cui bottiglie e flaconi abbandonati da altri bagnanti sulla sabbia. Guardandoci attorno ci siamo resi conto che non c’erano contenitori o cestini, così abbiamo caricato la cassetta in macchina. Il giorno dopo la Polizia di Cagliari mi ha visto mentre gettavo tutto e mi ha fatto la multa perché utilizzavo i cassonetti del comune di Cagliari pur non essendo residente in città. E’ vero, ho la residenza nel comune di Baratili San Pietro in provincia di Oristano, ma non sapevo di non poter gettare i rifiuti a Cagliari, del resto sui cassonetti non c’è alcun divieto. Sono rimasta sconcertata, ho spiegato che era spazzatura di altri raccolta in spiaggia a Piscinas e che stavo anche differenziando la plastica ma sono stati inflessibili: ho rifiutato di firmare il verbale, uno dei vigili si è alterato e mi ha insultato minacciando di portarmi in caserma e denunciarmi. Ho ritirato la multa, 167 euro da pagare entro 60 giorni”.
Ilaria Montis, che da anni è impegnata come volontaria nell’organizzazione di eventi dedicati a pacifismo, ambiente e meditazione (l’ultimo è il Wesak del Mediterraneo, attualmente è impegnata nella giornata di Meditazione per la pace e il disarmo che si terrà a Capo Frasca il prossimo 13 settembre) ha deciso di non fare ricorso: “Non racconto questa brutta storia per narcisismo ma per far riflettere sulla questione dei rifiuti in Sardegna: la mancanza di cassonetti stradali è un grave problema in tutta l’isola perché in tanti, Sardi e turisti, spesso lasciano i rifiuti dove capita non sapendo dove buttarli, e lo vediamo da spiagge, strade e cunette sporche e piene di spazzatura. Episodi come questo fanno pensare che forse è il caso di andare oltre le divise, oltre la burocrazia, oltre le regole e oltre le ideologie per usare il nostro buon senso quando le circostanze lo richiedono. Per tornare alle cose semplici e sensate in un momento in cui tante belle iniziative che nascono dal cuore, senso etico e senso civico delle persone vengono soffocate dall’eccessiva burocrazia che le rende inattuabili”.
Le cose non stanno così :-) Conoscendo di persona il tutto, ti scrivo cosa è successo.
RispondiEliminaIlaria si trovava ad Arbus, in una località di mare. La spazzatura, invece di buttarla nei cassonetti del comune di Arbus, non trovandoli, l'ha portata a cagliari, si è recata alla spiaggia, e qui ha cominciato a gettarla nei cassonetti riservati. Questo non è corretto.
Anche il sindaco le ha risposto che cagliari non deve pagare per i comuni inadempienti. Invece di risolvere il problema in loco, come era giusto facesse, non riuscendovi, l'ha trasportata alla spiaggia di cagliari, e qui ha cominciato a gettarla nei cassonetti, riservati ai residenti e a chi va in spiaggia. Ilaria si è comportata da gran maleducata e mefreghista. Sia rispetto alle regole sullo smaltimento dei rifiuti. Sia rispetto ai residenti di Cagliari. Sia gettandola nei cassonetti riservati a chi va in spiaggia al poetto. È incredibile come da grande incosciente, sia passata per grande ambientalista con tanto di colletta per pagarle la multa. E se lo facessimo tutti? È questo il vero spirito ambientalista?
Giuseppe Aresu
Il gesto può essere considerato nobile e va sicuramente promosso per la coscienza civile ma è giusto che paghi la multa e si prenda la responsabilità delle sue azioni anche se fatte in buona fede.
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