Di Salvatore Santoru
Ancora al giorno d'oggi i problemi sociali, politici o di altro tipo vengono visti attraverso un'ottica estremamente ideologica, la quale è alquanto limitante.
Difatti, l'adesione ad una determinata ideologia spesso è vissuta in modo alquanto fanatico, e crea una sorta di "paraocchi", o per dirla con Arthur Schopenhauer, un "velo di Maya" particolarmente faticoso da svelare.
C'è da dire che le ideologie tendono a dividere le persone su determinati argomenti, ostacolando il pensiero critico e indipendente.
Invece di ragionare e riflettere con buon senso, si tenta di essere più conformi a questa o quella idea di "sinistra", o di "destra".
Ma sarebbe ora di dirlo una volta per tutte: non esiste nessuna reale destra e nessuna reale sinistra, sono solo illusioni e convinzioni limitanti che bloccano gli individui e vengono usate da sempre dal Potere per dominarci e controllarci meglio.
Un consapevole metro di giudizio per valutare un'Idea o una proposta dovrebbe essere basato sull'etica o la giustizia, non sulla sua adesione al pensiero di sinistra, o di destra e così via.
Per spiegare più semplicemente il concetto, un'Idea se è giusta e buona lo è a prescindere dal suo provenire da "destra" o da "sinistra", e tale concetto vale anche per gli individui.
Essere di "destra" o di "sinistra" non fa dell'individuo una persona migliore, come spesso si è pensato.
Io penso che destra e sinistra siano concetti ormai obsoleti e superati, e che la politica non deve essere ridotta al solito tifo calcistico, ma occuparsi una volta per tutte dei problemi seri.
Praticamente sempre il solo affermare di considerarsi "nè di destra, nè di sinistra", viene etichettato da molti militanti di sinistra come "fascismo", perché a quanto pare anche i fascisti affermavano ciò.
Ad essi si dovrebbe chiedere, per quale motivo tutti ci dovremmo schierarci per forza a sinistra o destra, o perchè l'avere un'idea diversa da questo "obbligo" dovrebbe essere visto sempre e comunque come "fascismo" o espressione di un pensiero di "destra".
Questo ossessivo dividere le persone in base alle loro idee politiche o presunte tali, mi sembra un'atteggiamento assai disfunzionale e poco compatibile con l'adesione a un'ideale basato sulla ricerca della giustizia, della libertà e della solidarietà.
La scrittrice britannica Doris Lessing, non certo accusabile di fascismo o di essere di destra, disse :
" Detesto il fatto che gli uomini debbano essere classificati in laburisti, conservatori, socialdemocratici o di sinistra. Le ideologie, come le fedi, hanno fatto e continuano a fare un’immensa quantità di male. Poi grazie a Dio tramontano e scompaiono " .
Gli scontri ideologici purtroppo sono stati una costante della storia contemporanea, e particolarmente in Italia tale "logica del conflitto" è particolarmente sentita.
Su tale tematica tratterò in modo più approfondito in degli articoli futuri.
Tornando al discorso, penso che valga la pena di smettere di dividersi entro queste limitanti categorie, e adoperarsi per la creazione di un'Ideale che guidi la necessaria costruzione di una società migliore.
Un'Ideale basato su dei precisi valori, come l'etica e la solidarietà, la ricerca di giustizia e di libertà, e non una dogmatica e astratta ideologia nel nome della quale legittimare anche il ricorso alla violenza gratuita ( magari spacciata come "rivoluzionaria" ) o la propria sete di potere e arrivismo.
Un'Ideale che in tal modo vada oltre i limitanti dogmi ideologici dominanti, e che sia da apripista per una reale Rivoluzione, ma non una rivoluzione comunemente intesa ( di stampo armato o cose del genere ), bensì una Rivoluzione Consapevole, necessariamente nè di destra, nè di sinistra, oltre la destra e oltre la sinistra.
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