Vaccini (inutili) pagati dallo Stato italiano molto più del dovuto: con questa accusa la Procura di Siena ha indagato la multinazionale farmaceutica Novartis, che avrebbe provocato all’erario un danno da 16 milioni di euro.
Un po’ come accade nel 2009 con i vaccini contro l’influenza aviaria: anche in quel caso il ministero della Sanità spese decine di milioni di euro per proteggere gli italiani da una pandemia che non c’è mai stata. Come la suina da cui i vaccini Novartis avrebbero dovuto tutelare.
L’inchiesta è nata da un accertamento sulla fornitura del Focetria, per contrastarel’influenza suina provocata dal virus A(H1N1), nel 2009.
Secondo la Procura, grazie a una serie di sovrafatturazioni tra società del gruppo (quella italiana, quella americana e quella tedesca) Novartis avrebbe gonfiato del 500% il prezzo dell’adiuvante MF59, un componente essenziale sia del Focetria sia del vaccino per la normale influenza stagionale, il Fluad.
Il ministero li avrebbe così acquistati a prezzi più alti del dovuto. Non solo. Gli investigatori sostengono che in occasione della pandemia per la suina, Novartis abbia ottenuto dallo Stato un indennizzo maggiore del dovuto quando, visto il cessare dell’allarme, la fornitura di vaccino venne interrotta.
La vicenda iniziò nel 2009 quando, su indicazione dell‘Organizzazione mondiale della sanità, il ministero della salute istituì un’unità di crisi contro la pandemia suina e firmò un contratto da quasi 185 milioni di euro con la Novartis per 24 milioni di dosi di vaccino, il Focetria. L’anno successivo, visto che l’allarme si era sgonfiato, il ministero chiese alla Novartis di interrompere la fornitura: le dosi acquistate dallo Stato erano già più di 12 milioni, per una spesa di 97,6 milioni di euro.
A quel punto, però, Novartis pretese un risarcimento per la mancata produzione degli oltre 11 milioni di dosi rimanenti. L’ammontare dell’indennizzo venne fissato nel 2012, in un atto di transazione da 19,8 milioni di euro firmato da ministero e Novartis. La cifra venne calcolata sulla base dei danni subiti dalla casa farmaceutica anche a causa dell’acquisto dell’adiuvante MF59 per le dosi che non sarebbero state prodotte. Novartis, secondo la Procura, gonfiò il costo dell’MF59, ottenendo un aumento dell’indennizzo e provocando così un danno all’erario di 2,7 milioni di euro.
Non è la prima inchiesta che riguarda la casa farmaceutica. A marzo Novartis e Roche sono state multate per 180 milioni di euro per un “cartello che ha condizionato le vendite dei principali prodotti destinati alla cura della vista, Avastin e Lucentis”, favorendo la vendita del più costoso Lucentis come farmaco contro la maculopatia a spese del più economico Avastin. Il ministero della Salute ha chiesto un danno da un miliardo e 200 milioni.
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