La soia per gli allevamenti è una delle principali cause della deforestazione dell’ Amazzonia. La foresta tropicale più estesa, il polmone del pianeta, l’habitat naturale più grande per la biodiversità rischia di scomparire. Il WWF in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente del 5 giugno denuncia la scomparsa di un quinto della superficie della foresta amazzonica in 50 anni ( http://www.wwf.it/news/notizie/?8380 ). In Brasile e in Bolivia le piantagioni di soia hanno contribuito in maniera decisiva a modificare l’ecosistema naturale. Il disboscamento, l’inquinamento del terreno e dei corsi d’acqua vengono barattati per produrre del mangime per animali.
La disamina del WWF, pur essendo condivisibile, non mi sembra che colga il nocciolo del problema. Se non si ha il coraggio di analizzare in profondità le motivazioni di un tale scempio, si rimane ancorati ad una sensibilizzazione di maniera che convoglia le proteste in un vicolo cieco. Le diverse lotte ambientaliste che si alternano dagli anni ottanta non hanno modificato più di tanto l’indirizzo della società. Se si vuole capire il perché della “stagnazione della causa ambientalista” lo si può trovare nella collusione dei suoi dirigenti con il mondo economico finanziario. I membri direttivi del WWF sono stati implicati in grandi disastri ambientali. Ad esempio Luc Hoffmann, attuale vicepresidente emerito del WWF internazionale, nel 1970, era il proprietario dell’Icmesa di Seveso, quell’industria chimica che in seguito ad una esplosione rilasciò nell’ambiente una grande quantità di diossina.
Al momento le associazioni ambientaliste che vanno per la maggiore stanno coprendo l’inquinamento ambientale più pericoloso, le scie chimiche, che sta modificando il pianeta attraverso operazioni di aerosol che rilasciano nell’ambiente metalli pesanti e polimeri biocompatibili. Legambiente, il WWF e Green Peace lanciano il grido di allarme sul riscaldamento globale dovuto all’ anidride carbonica e invece preferiscono tacere sulla geoingegneria clandestina. Che sia una manovra diversiva? Bah! Visti i messaggi nascosti che lanciano nelle loro campagne, come riportato dal blog Altrainformazione ( http://www.altrainformazione.it/wp/2010/10/06/wwf-una-storia-poco-nobile/ ), viene da pensare che i gruppi dirigenziali, in barba ai buoni propositi degli iscritti, non lavorano per il bene comune.
Anche se è tutto collegato torniamo ad occuparci nello specifico del problema della deforestazione. La quasi totalità delle piantagioni di soia del continente americano sono ogm e gestite dalle multinazionali agrochimiche che si adoperano per non avere contrasti da parte della politica. Così, distruggendo le risorse del mondo, la Monsanto e sorelle “creano” nuovi luoghi dove poter impiantare delle monocolture ogm. Ciò si incastra perfettamente con gli interessi finanziari delle multinazionali del fast food, come Mc Donald’s, desiderose di trovare mangime a basso costo per alimentare quel bestiame che verrà trasformato in puzzolenti hamburger, ma soprattutto è in accordo con quell’idea di controllare l’umanità attraverso un cibo devitalizzato, che abbassa le nostre difese immunitarie e ci rende dipendenti dalle multinazionali farmaceutiche .
Così il primo livello di assoggettamento è servito. Non mi sembra che i membri direttivi delle associazioni ambientaliste più famose si adoperino per interrompere neanche il primo grado di quel circolo vizioso, imposto dalle multinazionali, che sta distruggendo il pianeta. Ci vogliono ben altre forze per liberare la terra da questi predatori. Le dobbiamo trovare dentro di noi.
Così il primo livello di assoggettamento è servito. Non mi sembra che i membri direttivi delle associazioni ambientaliste più famose si adoperino per interrompere neanche il primo grado di quel circolo vizioso, imposto dalle multinazionali, che sta distruggendo il pianeta. Ci vogliono ben altre forze per liberare la terra da questi predatori. Le dobbiamo trovare dentro di noi.
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