Di Diego Fusaro
La globalizzazione consiste non certo in un pacifico universalismo che diffonde la cultura e le tradizioni diverse, ma in una perversa logica di reductio ad unum, con cui la pluralità linguistica e culturale dei popoli viene annientata in nome dell’unico profilo globalizzato del consumatore anglofono e in preda al "cretinismo economico" (Gramsci). Ciò è la negazione perfetta della cultura, dato che quest’ultima esiste solo là dove vi siano almeno due culture che dialogano e si relazionano.
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