Arsenali atomici a stelle e strisce e sovranità inesistente. Lo schieramento di armamenti nucleari in Italia fu stabilito in ambito NATO dal governo USA nel 1956. I National Archives ed il National Security Archives di Washington D.C., traboccano di documenti ufficiali ignoti al popolo italiano. Come ad esempio questo rapporto segreto del 18 settembre 1961 (declassificato solo più recentemente), intitolato “REPORT ON VISIT TO JUPITER SITES IN ITALY”.
Si trattava di 30 missili balistici atomici a raggio intermedio, piazzati segretamente in Puglia e Basilicata. Il governo tricolore (Fanfani, Segni, Andreotti) invece di informare il Parlamento e chiedere la ratifica dell’ accordo militare con lo zio Sam, nascose illegalmente la faccenda sotto il solito segreto di Stato. Il 10 agosto 1959 l’Aeronautica militare italiana e la Usaf siglarono l’accordo tecnico inerente lo schieramento di questi missili a testata atomica.
A seguito della crisi di Cuba, il presidente Kennedy ordinò lo smantellamento di queste postazioni missilistiche, poiché esponevano l’Italia ad un facile rischio di ritorsione, sostotuendole con il sistema mobile Polaris. Dopo il rapporto Acheson, Kennedy adottò la direttiva National Security Memorandum del 21 aprile 1961 (NSAM 40). Altri vettori nucleari erano schierati in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dal 1983 al 1987 furono piazzati in Sicilia i missili Cruise. Oggi gli ordigni atomici b 61 saranno sostituiti dai più potenti modelli b 61 versione 12, caricati sui cacciabombardieri nucleari F 35.
Dai tempi dell’operazione Deep Rock - una delle prime a violare la sicurezza nazionale e a mettere a repentaglio l'incolumità del popolo "sovrano" - all’accordo sui mutamenti climatici firmato da Berlusconi e Bush il 19 luglio 2001 (alla voce scie chimiche), lo Stivale viene usato dalle forze armate statunitensi come una porterei per fare la guerra sotto la copertura NATO. I governi italidioti - ben telecomandati dall'estero - hanno sempre negato questa ingombrante presenza.
Incredibilmente il rappresentante dello stato italiano che curò l'installazione fu il Gen. S.A. Nino Pasti, allora Sottocapo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Italiana.
RispondiEliminaPoi il Generale divenne, in pensione, pacifista
ok11
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