Di Elena Lucchetti
Gli elementi caratteristici della psicopatia sono deficit di empatia e di rimorso, inadeguatezza delle relazioni interpersonali, mancanza del controllo degli impulsi, egocentrismo, inganno e falsificazione delle emozioni . Gli individui psicopatici possono assumere comportamenti devianti e compiere atti violenti nei confronti degli altri. Il DSM-IV include questo concetto nella diagnosi di Disturbo Antisociale di Personalità.
Sebbene la personalità psicopatica sia genericamente incline all’aggressività, vi sono alcuni casi in cui si rileverebbe adatta ad affrontare determinate situazioni, oltre che a occupare posizioni di comando. Questa ipotesi è stata avanzata da un gruppo di ricercatori guidati da Scott Lilienfeld,professore di psicologia della Emory University di Atlanta, in uno studio apparso sul “Journal of Personality and Social Psychology”.
I risultati finali sono stati sbalorditivi: alcuni tratti della personalità psicopatica, che generalmente sono segnali di un disadattamento sociale, sono contrariamente associati ad una buona capacità di governare.
La ricerca svolta da Lilienfeld è basata su stime tratte da dati di più di cento storici e biografi dei Presidenti USA della Casa Bianca, raccolti a loro volta dai due storici Steve Rubenzer e Tom Faschingbauer. I dati riguardanti le personalità, l’intelligenza e i comportamenti dei 42 Presidenti USA, sono stati poi confrontati con la capacità di leadership dimostrata nel corso dei loro rispettivi mandati e con il manuale di psichiatria.L’assenza di paura e la tendenza a dominare gli altri entrerebbero quindi nel background del leader di successo.
Da un’analisi statistica rigorosa è emerso che la determinazione e la spregiudicatezza nel mantenere la posizione dominante, che rinvia alla sfrontatezza associata alla personalità psicopatica, sono collegate a migliori risultati della presidenza. Valutato in termini soggettivi, questo riguarda la capacità di leadership, di persuasione e una gestione migliore delle crisi e dei rapporti con i membri del parlamento statunitense. In termini oggettivi, invece, ciò interessa la capacità di avviare nuovi progetti.
Contrariamente, alcuni tratti psicopatici legati ai comportamenti antisociali e impulsivi sono meno funzionali e quindi sono associati a cattive prestazioni dei presidenti USA. Per fare alcuni esempi possiamo riportare il fatto di essere incorsi in una procedura di impeachment o l’aver tollerato comportamenti poco etici dei subalterni.
Concludendo, l’assenza di scrupoli e l’immunità alla paura sembrano essere un fattore predittivo importante per la capacità di governare. Esso sembra accomunare grandi presidenti USA quali JFK, George W. Bush, Theodore Roosevelt e Bill Clinton passando per Ronald Reagan e Andrew Jackson. Una domanda che possiamo porci alla luce dei risultati ottenuti e di quanto affermato, è se essere buoni presidenti USA significhi, in parte, essere psicopatici?
Lilienfeld ha chiarito ad un’intervista concessa a Scientific American: “Non bisogna fraintendere: la spavalderia è uno dei tratti di una personalità psicopatica, ma non direi che chi è molto spavaldo è un parziale psicopatico. La psicopatia si configura quando a questo tratto si associa una cattiva gestione degli impulsi e l’egocentrismo; senza questi non si può parlare di psicopatia. E vorrei sottolineare che i tratti di cattiva gestione degli impulsi e di egocentrismo, insieme ad altri tratti correlati, non sono collegati a buoni risultati nel mandato presidenziale”.
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