I servizi segreti britannici si appoggiano per le loro attività di spionaggio sulle compagnie private in maniera molto più significativa di quanto era stato rivelato fino ad ora. Secondo nuovi documenti della talpa Edward Snowden, i Government Communications Headquarters (Gchq) sono aiutati da sette giganti delle telecomunicazioni, la crème de la crème del settore. I nomi di quelle che lo stesso Snowden chiamava all’inizio delle sue filtrazioni «i gioielli della corona» si trovano nero su bianco in un file dei servizi inglesi.
È questo il contenuto di quello che sarà con ogni probabilità uno degli ultimi capitoli dei suoi leaks, dopo aver accettato negli ultimi giorniil patto di silenzio imposto dalla Russia in cambio dell’asilo politico. Si tratta di Verizon Business, nome in codice: Dacron, British Telecommunications (Remedy), Vodafone Cable (Gerontic), Global Crossing (Pinnage), Level 3 (Little), Viatel (Vitreous) e Interoute (Streetcar). Sono tutte compagnie che partecipano ai consorzi proprietari dei cavi in fibra ottica sotto l’Oceano Atlantico che permettono la trasmissione di dati tra Europa e continente americano. A loro appartengono anche le cosiddette “reti backbone”, sarebbe a dire le reti ad alta velocità che collegano gli host più potenti e che veicolano la maggiore quantità di informazioni, e sempre loro mantengono enormi centri di raccolta dati. È grazie al loro aiuto, a volte obbligato, che per le spie del Gchq il mondo di internet ha le porte aperte.
I documenti sono stati pubblicati ieri in esclusiva dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung e dalla televisione NDR. Si tratta di presentazioni powerpoint interne al Gchq e che hanno come obiettivo quello di illustrare le capacità di controllo di internet da parte dei servizi, «stando a loro, appunto, praticamente illimitate», commenta il quotidiano.
I documenti dimostrano che alcune compagnie private sviluppano autonomamente al loro interno i software necessari per lo spionaggio. Queste vengono esplicitamente stipendiate da parte dei servizi britannici per l’attività di sorveglianza che svolgono ai danni dei loro clienti. Interpellate riguardo alle ultime rivelazioni, tutte si dicono innocenti o tacciono. La British Telecom, per esempio, risponde con un comunicato in cui dice di non voler prendere posizione. Del colosso britannico si era già scritto all’inizio delle filtrazioni, quando The Guardian informò che spiava deliberatamente il flusso di informazioni nel cavo sottomarino Tat-14, quello cioè che unisce Germania, Francia, Olanda e Danimarca con gli Stati Uniti. Il nome del programma in questione è “Mastering the Internet”, e secondo la SZ: «Non è certo uno slogan vuoto di contenuto: di fatto controllano la rete».
Responsabile dei cavi in fibra di vetro che collegano la Gran Bretagna con l’Europa continentale passando sotto alla Manica è la Verizon Business, che su richiesta del quotidiano tedesco ha risposto lasciando intendere che i governo possono forzare la consegna di informazioni. «Le leggi di ciascun paese, anche in Gran Bretagna e Germania, permettono ai governi, in circostanze precise, di esigere informazioni alle compagnie private».
Già all’inizio di giungo, nell’ambito delle rivelazioni di Snowden, si era saputo che la compagnia Verizon era stata obbligata dalla Foreign Intelligence Surveillance Court a consegnare dati sensibili alla National Security Agency (NSA). Il numero dell’ordinanza della corte, tale e come compariva nei documenti segreti, era il “13-80”, una numerazione che lascia pensare che solo nel 2013 siano stati spiccati già 80 provvedimenti analoghi verso compagnie di comunicazioni statunitensi.
Solo uno dei gruppi presenti nella lista contesta frontalmente le ultime informazioni. Viatel ha risposto in un comunicato di non aver permesso alla Gchq, «l’accesso alla nostra infrastruttura né ai dati dei nostri clienti». «Come tutte le compagnie di comunicazioni in Europa anche noi siamo obbligati ad attenerci alle leggi dei paesi in cui operiamo, includendo le leggi sulla privacy e sull’archiviazione preventiva dei dati», ha spiegato la compagnia proprietaria di 60.000 km di cavi in fibra ottica, salvo aggiungere, «in alcune occasioni riceviamo richieste da parte da parte delle autorità : dopo averle fatte analizzare dai nostri esperti in questioni legali e sicurezza. Se superano questo esame, procediamo».
Proprio mentre arrivano le ultime filtrazioni della talpa più temuta dagli Stati Uniti, Edward Snowden ha ottenuto l’asilo temporaneo dalla Russia e, una volta ricevuti i documenti, ha lasciato l’aeroporto Sheremetyevo di Mosca dove si trovava bloccato dallo scorso 23 giugno, data in cui era atterrato da Hong Kong. Snowden ha rilasciato alcune dichiarazioni attraverso la piattaforma di Wikileaks, in cui tra le altre cose condanna l’amministrazione di Barack Obama e ringrazia la Russia. Per ottenere l’asilo politico, la talpa ha dovuto accettare le condizioni di Vladimir Putin e cioè di «non danneggiare ulteriormente gli interessi americani», restando in silenzio. Quelle di oggi potrebbero quindi essere tra le sue ultime indiscrezioni.
Fonte:http://www.linkiesta.it/compagnie-private-spiano#ixzz2atrLY2ib
http://freeondarevolution.blogspot.it/2013/08/le-compagnie-che-spiano-la-rete.html
Una volta queste cose si vedevano nei film di spionaggio.....ora le abbiamo direttamente dal vivo...
RispondiEliminaBuon fine settimana...::))
Purtroppo è così : la realtà supera sempre la fantasia . Saluti e buona domenica :)
EliminaCredo sempre più facilmente in queste storie... la fantasia sta diventando realtà ...
RispondiEliminaJan