Di
Carmine Gazzanni
L’abbiamo
letto nei giorni scorsi. Sulla spinta di Grillo e del Movimento
5 Stelle alla fine Laura
Boldrini e Pietro
Grasso si
sono dimezzati lo stipendio e hanno rinunciato all’auto blu.
Proprio
come faranno i grillini. Bene,
si penserà. Vero. In realtà, però, quello degli stipendi
“onorevoli” altro non è che uno
specchietto per le allodole.
Al
taglio delle indennità e degli altri compensi degli eletti si
dovrebbe aggiungere anche unarobusta
sforbiciata delle retribuzioni dei dipendenti dei due rami del
Parlamento,
più un altro taglio
netto a spese incredibilmente alte per questioni assolutamente
marginali.
E
mentre Grillo, Bersani e Berlusconi continuano ad accapigliarsi, gli
sprechi vanno avanti.Invincibili.
Irrefrenabili.
SE
UNO STENOGRAFO GUADAGNA PIÙ DI NAPOLITANO - Cominciamo
dagli stipendi. Era lo scorso dicembre 2011 quando Primo
Di Nicola,
su L’Espresso,
esaminava letabelle
retributive dei dipendenti di Camera e Senato.
Il
risultato fu incredibile: un
semplice stenografo parlamentare arriva a percepire in un anno più
di Giorgio Napolitano. 259
mila euro lordi
netti contro i 239dell’inquilino
del Quirinale. Molto di meno, ancora, dei 370
mila euro a
cui arriva unconsigliere
parlamentare all’apice
della carriera.
Ma
non è questo l’unico paradosso con cui bisogna fare i conti.
Mentre infatti Grillo spara
“merda”
(per usare una parola tanto cara all’ex comico) sui giornali senza
fare il benché minimo distinguo (nemmeno nei confronti di quelle
testate che, come noi, hanno passato giorni, settimane e mesi ad
analizzare i tanti sprechi della casta contro la quale poi lui stesso
si scaglia), mentre Bersani è
alla ricerca della squadra vincente, mentreBerlusconi cerca
in ogni modo l’inciucio e Montichiede
a gran voce un governo di larghe intese in cui potersi infilare;
mentre continua tutto questo, gli
sprechi rimangono lì.
Basti leggere i bilanci di Camera e Senato per rendersi conto delle
cifre.
SENATO:
IL PERSONALE COSTA PIÙ DEI SENATORI - Partiamo
da Palazzo
Madama. Per
il personale di ruolo tra
stipendi, emolumenti e indennità nel
2011 se ne sono andati 140 milioni di euro,
per il 2012 si
prevede ci sia stata una spesa (il conto è ancora preventivo) di 134
milioni di euro.
Una bella cifra se si pensa che in carica ne risultano 940. Finita
qui? Certo
che no.
Perché
alle cifre appena elencate bisogna aggiungere il personale
in quiescenza.
Nel 2011 sono andati via 97
milioni;
per il 2012 si prevede una spesa anche maggiore: 106
milioni.
Poi ci sono i trattamenti del “personale
non dipendente”
(tra segreterie particolari, commissioni, presidenze e “enti
che forniscono servizi in Senato”). 2011:
23 milioni. 2012: 21 milioni.
Totale
del costo del personale. Nel 2011 sono stati spesi 260 milioni di
euro. Nel 2012 si prevede che ci sia stata una spesa di 261 milioni
di euro.
La questione è incredibilmente assurda.
Passando
al setaccio tabelle e allegati si scopre infatti che, rispetto ai
dipendenti, per
i senatori e le loro attività si spende molto meno: 196 milioni in
totale,
di cui 96 elargiti per le indennità, le diarie e gli altri compensi
di quelli in carica; 61 milioni per i vitalizi e ulteriori 38 per i
gruppi parlamentari.
CAMERA:
PERSONALE DA MEZZO MILIARDO ALL’ANNO - E Montecitorio? Ancora più
costoso.
Vero, il personale è maggiore (1.642
persone).
Ma comunque le cifre sono stratosferiche. Prendiamo il bilancio
preventivo 2012-2014.
Per il personale in servizio, tra retribuzioni, contributi e oneri,
se ne andranno mediamente 283
milioni di euro(2012:
287; 2013: 280; 2014: 282) a cui si aggiunge il costo del personale
in quiescenza: 216 milioni nel 2012, 217 nel 2013, 227 nel 2014.
Totale: poco
meno di 500 milioni di euro.
Anche qui, molto
più di quanto si spende per i deputati: nel 2012 si prevede una
spesa totale di 312 milioni di euro tra onorevoli in carica,
onorevoli cessati dal mandato e gruppi parlamentari.
Verrebbe
quasi da dire, dunque, che la
vera casta siano i dipendenti piuttosto che gli onorevoli.
LE
TABELLE RETRIBUTIVE - Domanda. Ma
attraverso quali meccanismi questi dipendenti arrivano a guadagnare
così tanto? Come sono organizzati? A
ricostruire la questione ancora Primo Di Nicola. Basta d’altronde
andare sul sito della Camera per leggere le tabelle
retributive.
La
categoria più bassa è quella degli operatori
tecnici (operai,
barbieri, autisti) che iniziano con uno stipendio di 2
mila 300 euro lordi,
ma possono arrivare addirittura a 9.461
euroall’apice
della carriera con 35 anni di anzianità. Un gradino sopra ci sono
gli assistenti (commessi
e addetti alla vigilanza) che, pur iniziando con una paga mensile
di 2.600
euro,
arrivano anche loro apoco
meno di dieci mila euro.
Seguono
i collaboratori
tecnici (2.319
euro il
primo stipendio, quasi
11 mila al
top della carriera), quindi i consiglieri,
che entrano nei ruoli con 5
mila euro e
finiscono con la bellezza di 23.825
euro lordi al mese.
Al top, ovviamente, il segretario
generale con
i suoi 28.152
euro mensili.
Al
Senato la classifica è pressoché simile.
Anzi, il guadagno è ancora più lauto. Gliassistenti
parlamentari (compiti
manuali e di vigilanza) riscuotono quasi
10 mila eurolordi
al mese; i coadiutori (segreteria
e archivistica) circa
12 mila;
i segretari (ricerca
e progettazione) più di 15
mila;
gli stenografi oltre 17
mila,
i consiglieri ben 24.672
euro.
LE
SPESE ASSURDE DI CAMERA E SENATO: LAVAGGI, TENDE, STAMPE, TESSERE. E
BIANCHERIA - Il
problema, però, non sta soltanto negli stipendi dei dipendenti. Gli
sprechi – bilanci alla mano – sono rinvenibili anche nei
tanticapitoli
di spesa,
alcuni dei quali lasciano interdetti.
Non
potrebbe essere altrimenti se a Palazzo Madama, nonostante le auto
blu a
disposizione di Palazzo Madama siano ora soltanto dodici,
i soldi messi a disposizione per “lavaggio
autorimessa e autovetture”
sono 70
mila euro (nel
2011 63 mila euro).
Rapido
calcolo: ogni
auto in un anno potrà godere di quasi sei mila euro di lavaggio.
Certamente
spropositato, ancora, quanto previsto per le spese di “cerimoniale
erappresentanza”:
nel 2011 2
milioni 490 mila euro;
nel 2012 calata solo di un po’ (2
milioni 49 mila euro).
Passando
a Montecitorio le
cose non vanno certamente meglio. Un piccolo esempio: i servizi
di ristorazione costeranno
quest’anno 5,7
milioni di euro.
Non solo. Nei primi sei mesi del 2012 i bandi pubblicati dalla Camera
sono stati incredibili. Come quello da 2,9
milioni di euro per
appaltare un servizio di “G”.
In
pratica, si tratta di interventi volti a dare un nuovo volto a
Montecitorio. Un restyling in
piena regola. Dalla pulizia e cura degli arredi (i cosiddettiBasile,
dal nome dell’architetto che curò l’ampliamento del Palazzo)
fino a, appunto, “servizio
di lavaggio di parati e tendaggi”.
Peraltro
non è questo nemmeno l’unico bando a incuriosire. Scorrendo
infatti tra le altre gare indette, spicca anche quella da un
milione di euro per agende e agendine.
Oppure quello
da8
milioni e 184 mila euro.
Una barca di soldi per stampare (ancora) tutti i documenti.
Finita
qui? Certamente no.
Alcune cifre. Solo a Palazzo Madama nel 2011 si sono spesi 3,5
milioni per servizi di pulizia, 55 mila euro per la lavanderia, 114
mila euro per servizi di disinfestazione, 1,5 milioni per trasporti e
facchinaggio, 145 mila euro per prodotti igienico-sanitari, 6 milioni
di euro per le stampe degli atti parlamentari.
E
i tanto biasimati servizi di ristorazione? Anche qui, il conto dei
dipendenti è più alto di quello dei senatori: nel
2012 si prevede ci sia stata una spesa di circa 700 mila euro per gli
onorevoli e di un milione e rotti per il personale.
Ultima
curiosità: come
si fanno a spendere al Senato 105 mila euro nel 2011 per “biancheria”
e 50 mila euro solo per le “tessere di riconoscimento”? Ce
lo diranno un giorno i politicanti tutti. Se la smetteranno di
accapigliarsi.
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