La
Chiesa cipriota ha annunciato di
voler mettere tutto il suo denaro a disposizione del Paese per far
fronte alla grave crisi economica che lo ha colpito.
"La
Chiesa ed i monasteri hanno messo a disposizione tutto quello in loro
possesso per salvare il paese" ha detto l'arcivescovo ortodosso
cipriota Chrysostomos oggi, dopo un incontro con il presidente
Anastasiades Nikos.
La decisione di Chrysostomos arriva all'indomani del no del
Parlamento di Nicosia che ha respinto il controverso pacchetto di
salvataggio europeo
per raccogliere 5.800 milioni di euro.
La
leadership politica di Cipro è ora
alla disperata ricerca di una via d'uscita per evitare il fallimento
dello Stato.
"Il
sentimento popolare potrebbe finire in prigione”. Con
queste parole due giorni fa il capo della chiesa cipriota aveva
commenta gli sviluppi successivi alla decisione dell’Eurogruppo che
"suggeriva" il prlievo forzoso dai conti correnti. "Sarebbe
sbagliato fare un accordo e sbagliato tornare indietro, non possiamo,
e non dobbiamo” aveva detto. Aggiungendo che “il governo dovrebbe
dare titoli di Stato, da cinque a dieci anni, e quando troverà il
gas usarlo per far ripartire i mercati e così rimborsare i
depositanti”. Chrysostomos si augurava che i responsabili del crac
pagassero con il carcere, come richiesto dal sentimento popolare. E
aveva anche parlato di “bassezza degli europei”.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione