Siamo nei giorni in cui a scuola si consegnano le pagelle, per cui famiglie e bambini sono in fibrillazione. Tra l'altro, i bambini hanno una paura pazzesca delle pagelle, a prescindere dal fatto che siano buone o meno: l'altro giorno mentre andavo a prendere la macchina nel parcheggio della scuola, due bambini si sono avvicinati e mi hanno detto: "Ma quando date le pagelle?" Io ho risposto: "Perché? Avete paura delle pagelle?" "Eh sì mi hanno risposto, mio papà poi chissà ..."
E devo ammettere che anch'io, da ragazzo, avevo un po' paura della pagella...
In questi giorni mi sono arrivati via facebook, via mail, da alcuni lettori dei miei libri una serie di messaggi: ad esempio, Antonella l'altro giorno, dopo una interrogazione di geografia con voto 8, mi ha scritto che la sua prof le ha detto: "Ok, ti rimetto il tuo 8 di sempre ma siamo sempre lì", dunque chiedeva a me se questa possa essere la forma adatta da usare per invogliare una ragazza a fare meglio... Così come Michele, proprio ieri, via facebook mi scriveva: "Nella classe di mio figlio, formata da 8 alunni, è stato bocciato un bambino", la cosa più strana è che il figlio frequenta la seconda e che le sue maestre erano 6...
Allora io proprio di fronte a questi messaggi, alle pagelle e alle paure che incutono, sono ancora più convinto di quello che sostengo da sempre, cioè aboliamo i voti! C'è un manifesto molto bello, quello della Scuola del gratuito, che sono andato a riscoprire proprio in queste ore, che è stato lanciato dall'associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi. Io non sempre sono d'accordo con questa associazione (non lo sono stato soprattutto sul caso Englaro) ma in questo caso si: nella Scuola del gratuito ciascuno è programma di se stesso, per cui non ha più senso misurare, confrontare rendimenti e meriti individuali, ed è quello che penso anche io. Perché dobbiamo creare sempre questa competizione in classe? Ormai i bambini vengono a scuola per la classifica, io ho preso 10, tu 8, l'altro sfigato poverino che prende 5, è sempre lì nell'algolo che nasconde la sua verifica, che la mette subito nel diario, non la fa vedere...
Un esperimento che faccio nelle mie classi è l'autovalutazione, i bambini fanno questa sorta di compito in classe, e si danno da soli il voto. In genere saltano fuori delle cose molto interessanti. Io ho dei bambini che non riescono a spiccicare una parola perché vengono da contesti famigliari difficili, perché non sono seguiti a casa, perché la scuola non gli dà gli strumenti per essere maggiormente preparati, perché ormai siamo in scuole senza risorse, dove non ci sono più insegnanti: ebbene, questi bambini stanno lì che ti guardano imbarazzati, come a dire: "Ma sei sicuro che mi devo proprio valutare da solo?" Oggi la valutazione che noi docenti adoperiamo è uguale per tutti, ma ognuno di noi ha un proprio processo di apprendimento, ognuno di noi deve avere un maestro che gli dà fiducia, lo valorizza...
Dobbiamo invertire le cose, dobbiamo passare a un sistema di valutazione diverso, così che non si crei una società basata sulla concorrenza, ma una società solidale. A volte, lo dico con molta chiarezza, insegno ai miei bambini a copiare! Oggi non c'è più nessuno che passa il compito, perché in questa società della concorrenza sin dalla scuola primaria c'è il concetto che ognuno deve andare bene per sé e chi se ne frega dell'altro.
Allora io cerco di ribaltare questo concetto del chi se ne frega dell'altro, cercando di educare a un minimo di solidarietà .
Proprio in questi giorni il ministro Profumo ha voluto portare per forza in Consiglio dei Ministri il regolamento sul nuovo sistema nazionale di valutazione. Sulla questione della valutazione degli insegnanti io sono molto d'accordo, e sono del parere che dovremmo intanto farci valutare proprio dai nostri datori di lavoro, ovvero i bambini!
Io più volte ho parlato della mia inadeguatezza nelle classi prime e seconde, e per esempio se mi dovessero votare dei bambini di seconda io beccherei anche dei 5, lo posso dire con molto realismo, come già ho fatto nel mio libro, La scuola che resiste, perché non credo ai maestri tuttologi capaci di stare in tutte le classi, anche facendo del mio meglio io non sono portato in genere per i bambini più piccoli e loro lo percepiscono, lo respirano, mentre sicuramente prenderei ottimi voti dai bambini di 10 anni.
Questo significherebbe che il mio dirigente, in un sistema scolastico diverso, probabilmente mi metterebbe sempre a insegnare nelle classi quarte e quinte e non nelle seconde!
Non solo, su questa questione del sistema di valutazione io lancio anche un'altra proposta: noi insegnanti dovremmo dare un voto a Profumo, ai ministri dell'Istruzione. Va bene un sistema di valutazione per i maestri, ma valutiamo anche i ministri!
Titolo originale:"ABBASSO I VOTI, W LA SCUOLA"
Fonte:http://www.cadoinpiedi.it/2013/03/13/abbasso_i_voti_w_la_scuola.html
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione