Si celebra oggi la Giornata del Ricordo. In questa giornata, che è stata decretata solennità civile nazionale con la Legge n. 92 del 30 marzo 2004, si vuole commemorare le vittime delle foibe e l’esodo dei profughi giuliano-dalmati alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
La storia
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale il fronte orientale italiano, al confine con le attuali repubbliche di Slovenia e Croazia (Istria), fu teatro di uno degli eccidi più crudeli della storia recente. L’Istria era al tempo territorio italiano. Il regime fascista si era rivelato particolarmente feroce nei confronti delle popolazioni slave che abitavano, insieme agli italiani, quelle terre. In un discorso tenuto a Pola nel 1920, quando ancora non aveva conquistato il potere a Roma, Benito Mussolini pronunciò questo discorso: “Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”.
Nel ventennio fascista venne attuata una durissima politica di “assimilazione” delle popolazioni locali, consistenti nell’italianizzazione di tutti i nomi e i toponimi, la chiusura delle scuole slave, il divieto dell’uso in pubblico di lingue slave. Alla violenza culturale si associò, molto spesso, anche quella fisica.
Nell’aprile del 1941 Italia e Germania attaccarono la Jugoslavia. Le truppe nazifasciste conquistarono rapidamente il paese e lo smembrarono. L’Italia ottenne l’amministrazione diretta della Dalmazia e di parte della Slovenia.
La politica di italianizzazione forzata si scontrò con un movimento di resistenza locale sempre più forte e, tra il 1942 e il 1943, le truppe di occupazione fasciste si resero protagoniste di autentici massacri.
Dopo la caduta del regime fascista (25 luglio 1943) e il successivo armistizio (8 settembre 1943), i territori della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia vennero occupati dalle forze tedesche che attuarono una repressione feroce sulla popolazione, anche italiana. Anche la Germania tuttavia capitolò e la resistenza jugoslava riconquistò le proprie terre.
Il rancore maturato negli anni dell’occupazione italiana alimentò una reazione violentissima da parte dei partigiani slavi. Migliaia di italiani, ex gerarchi fascisti, ma anche semplici cittadini di lingua italiana, vennero massacrati e, in molti casi, gettati (anche vivi) nelle foibe. Le foibe erano dei profondissimi pozzi naturali, scavati nel corso dei secoli dalle acque che erano penetrate nel terreno carsico.
Coloro che riuscirono a salvarsi da una morte crudele furono tuttavia costretti a fuggire verso l’Italia. Venne attuata dunque una violentissima operazione di “pulizia etnica”.
Le vicende dell’immediato dopoguerra al confine istriano per lunghi decenni sono state avvolte nel mistero e nel silenzio. Solo negli anni Novanta, dopo la dissoluzione della Repubblica Jugoslava e l’indipendenza di Croazia e Slovenia, è stata fatta luce su questa terribile pagina della storia europea.
In tutte le città italiane e in Istria sono previste oggi manifestazioni per celebrare la Giornata del Ricordo.
Titolo originale:Giornata del Ricordo per le vittime delle foibe | LA STORIA
Fonte:http://www.mondoinformazione.com/notizie-italia/giornata-del-ricordo-per-le-vittime-delle-foibe-la-storia/84368/
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