Di Stefano Magni
Un cittadino americano potrà essere arrestato arbitrariamente sul suolo americano e detenuto a tempo illimitato e senza nemmeno un processo? L’amministrazione Obama sostiene che non sia possibile. Ma il rinnovo della Legge per l’Autorizzazione alla Difesa Nazionale (Ndaa) per il 2013, lascia più di un dubbio. Di sicuro la possibilità della detenzione illimitata e arbitraria era molto più forte nella precedente versione della legge per l’anno 2012. Il suo rinnovo, firmato dal presidente lo scorso mercoledì, introduce dei chiarimenti e dei correttivi per i cittadini americani. Ma sono sufficienti?
Meglio vederci chiaro. Il terrore dell’arresto arbitrario nasce dalla sezione 1021 della Ndaa 2012, secondo la quale è legale la detenzione “fino al termine delle ostilità” e “senza processo”, sotto “le leggi di guerra” di persone che “sostengono sostanzialmente Al Qaeda, i Talebani e forze associate, impegnate in atti di ostilità contro gli Stati Uniti e i loro alleati”. Una definizione molto vaga, entro la quale rientra una categoria estremamente vasta di persone e spiana la strada anche all’arresto arbitrario di individui che potrebbero avere nulla a che fare con il terrorismo di Al Qaeda e dei Talebani. Il “fino alla fine delle ostilità” è un tempo indefinito, considerando che, ufficialmente, gli Usa non sono neppure in guerra. Non c’è alcun nemico a cui è stata formalmente consegnata una dichiarazione. Non c’è stata alcuna autorizzazione a dichiarare una guerra da parte del Congresso. Non c’è alcun governo ostile che possa firmare una resa e sancire la “fine delle ostilità”. Quello contro il terrorismo è un conflitto non dichiarato, iniziato con l’attacco all’America dell’11 settembre 2001, che potrebbe anche durare altri decenni. La legge anti-terrorismo di Bush ritagliava la detenzione speciale solo per coloro che erano legati effettivamente all’attentato dell’11 settembre. L’amministrazione Obama ha esteso quella norma fino a comprendere tutti i veri, presunti e potenziali nemici degli Stati Uniti e dei loro alleati.
I cittadini statunitensi, da tre secoli e passa, sono protetti dalla garanzia di un giusto processo.Nella sezione 1022 della Ndaa dell’anno scorso, i cittadini statunitensi sono parzialmente protetti, perché si stabilisce che non vi sia alcun obbligo, da parte dei militari, di detenere un americano sospetto di terrorismo. L’obbligo no. Ma la facoltà sì. In caso di bisogno, il presidente avrebbe potuto ordinare la detenzione militare, senza limiti e senza processo, di un cittadino statunitense, semplicemente sospettato di collaborare con il terrorismo. Da qui è nata una lunga battaglia giuridica, scatenata da più di un’organizzazione per la difesa dei diritti umani che sembrava conclusa, lo scorso dicembre, con un testo votato all’unanimità al Senato (l’emendamento Feinstein-Lee) che pone limiti chiari alla Ndaa. Secondo il Feinstein-Lee, infatti: “L’autorizzazione a usare la forza militare, una dichiarazione di guerra o qualsiasi autorità analoga non possono comportare l’autorizzazione alla detenzione, senza accusa e senza processo, di un cittadino o di un residente legale nel territorio degli Stati Uniti, finché una legge del Congresso non autorizzi esplicitamente tale detenzione”.
Tutto finito? Nemmeno per idea. Perché due settimane dopo il voto in Senato, una commissione congiunta di Camera e Senato ha bocciato il testo dell’emendamento Feinstein-Lee e lo ha sostituito con una formula molto più vaga, in cui si sostiene che nessuna autorizzazione alla difesa nazionale possa negare ai cittadini americani di godere del diritto di habeas corpus, dunque di farsi difendere in una corte civile. Ma secondo l’American Civil Liberty Union, la più famosa organizzazione di difesa dei diritti civili, si tratta di una mezza presa in giro: se sei già arrestato e detenuto a Guantanamo, come fai a ricorrere in appello? Considerando che non avresti nemmeno la possibilità di incontrare un avvocato?
La bocciatura dell’emendamento Feinstein-Lee e l’introduzione di più vaghe garanzie sono il sintomo che, tutto sommato, l’amministrazione Obama vuol riservarsi la possibilità di arrestare e detenere suoi cittadini senza processo, sulla base di semplici sospetti. Il presidente democratico, pronto a sacrificare la libertà nel nome della presunta eguaglianza sociale, è ben disponibile a sacrificarla anche nel nome della sicurezza, molto più di quanto fece Bush a suo tempo.
Fortunatamente per gli americani, gli Stati Uniti non sono un Paese centralista. La resistenza all’Ndaa nel 2012 è partita da alcuni stati, quali la Virginia, l’Arizona, il Maryland, l’Oklahoma, il Tennessee, il Washington (da non confondere con la capitale), lo Utah, il Michigan, il Rhode Island, il Nevada. Sono quasi tutti stati a maggioranza conservatrice che protestano contro la “plateale violazione della Costituzione” (per usare i termini dei Repubblicani del Nevada). In alcuni casi, come la Virginia, hanno emesso leggi locali che vietano, ai loro funzionari, di collaborare con l’arresto arbitrario di cittadini americani sul loro suolo. Come sempre, sono gli stati locali che devono difendere i diritti individuali dall’aggressione del governo federale.
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