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Il filo rosso che attraversa tutta la vita di Aaron Swartz è la consapevolezza (di un uomo solitario) che non si può vivere senza gli altri. Ma la difficoltà nel mondo contemporaneo è definire lo statuto di questa alterità irrinunciabile: quella della comunità degli uomini, o quella delle macchine, o quella delle corporation con i loro eserciti di avvocati?
Aaron
Swartz conosceva molto bene le tribù degli strumenti informatici, e
ha trascorso la vita a far dialogare i computer sempre meglio tra
loro. È
stato il suo modo di realizzare un mondo più libero per gli uomini,
fondato sull’apertura dello scambio delle idee e delle
informazioni, invece che sulle transazioni economiche. Come
ricorda Doctorow,
la sua dedizione a questo compito era piena di passione, generosa e
influenzabile come può esserla quella di un ragazzino che esordisce
nell’ambiente “alto” dell’informatica a soli 14 anni.
All’età
in cui i bambini seguono le lezioni di terza media, Swartz viene
invitato nel team che redige le specifiche per il primo
standard RSS. È
la chiamata al destino di tutta la sua vita. Il suo compito è quello
di individuare un protocollo per rendere possibile il passaggio di
dati tra macchine, in modo che i computer destinatari siano in grado
di riconoscere la struttura dell’informazione che stanno ricevendo.
Internet Archive conserva ancora parte
degli scambi tra Swartz e compagni di team, il 6 settembre 2000.
L’applicazione più nota al pubblico di questo formato è quella
che permette agli utenti di ricevere gli aggiornamenti dalle testate
giornalistiche online o dai blog tramite i software aggregatori, o
tramite la mail, senza dover prendere l’iniziativa di raggiungere
il sito in questione. È una tecnologia che soccorre l’utente in
cerca di notizie liberandolo dalla responsabilità di indagare in
prima persona, e dalla difficoltà di formulare le ipotesi di
interrogazione.
Il
formato RSS però appartiene a una dimensione più ampia, e a una
concezione dell’elaborazione informatica che indica nello scambio
libero dei dati, il
passaggio necessario per conquistare gradi di intelligenza
artificiale più sofisticati, e libertà politiche più ampie. I dati
di per sé sono semplici numeri dentro tabelle, privi ancora di
qualunque significato e di qualunque ipotesi di lettura;
l’informazione invece è quella configurazione narrativa delle
notizie che le rende utili per prendere decisioni e agire in
conformità a uno scopo. Tra il dato grezzo e l’informazione si
frappone uno strato intermedio che descrive la struttura delle
relazioni tra i dati in modo tale da renderli leggibili per chi
voglia interpretarli, e renderli disponibili per la formulazione di
un significato pubblico. Il formato RSS assicura l’accesso a questa
struttura per tutte le macchine che vi accedono; apre la possibilità
di mostrare tutte le informazioni che si possono trarre da questa
struttura, rendendola accessibile all’interpretazione di chiunque
voglia consultarla e presentarla al suo pubblico.
Nel
2006 Swartz entra nel team formato l’anno precedente da Alexis
Ohanian e Steve Huffman per la creazione di Reddit, uno
dei più
importanti generatori di memi della
storia del Web. La piattaforma software permette alla comunità degli
utenti registrati di condividere i contenuti più interessanti che
hanno rintracciato durante le loro navigazioni in Internet. Il
meccanismo è molto democratico: i post più votati dagli altri
utenti vengono pubblicati sulla homepage del social network, e
vengono visti di conseguenza da un pubblico più ampio, che li
conosce e li vota. La memetica è servita. Reddit alla fine del 2012
continuava a imporsi come una delle realtà
più imponenti del
mondo digitale: 37 miliardi di pagine viste in un anno, 400 milioni
di visitatori unici, 30 milioni di post e 4 miliardi di voti. La sua
forza consiste nel prestare uno spazio per l’incarnazione digitale
dello spirito nerd diffuso in tutto il mondo web: i LOLcats e le
altre amenità che animano la vita degli internauti vi hanno sempre
trovato una vasta accoglienza.
Il
social network viene venduto a Condé Nast già alla fine del 2006;
Swartz esce poco dopo dal team di sviluppo. Per
vocazione è sempre stato ciò che Steve
Schultze definisce un civic hacker,
privilegiando la costruzione delle infrastrutture del web semantico
ai successi dei prodotti commerciali. Nel 2008 il rilascio
di Recap si
propone come una vera e propria sfida alla concezione commerciale
dell’accesso ai dati pubblici. In questa impresa confluiscono sia
l’esperienza sui formati di dialogo tra le macchine, sia l’impegno
per una revisione dei principi sui quali si fonda la legislazione
della proprietà intellettuale. Pacer è
il servizio che lo Stato americano ha realizzato per agevolare
l’accesso dei cittadini alla documentazione della Corte Federale.
Le richieste che vengono inoltrate alla banca dati però vengono
evase solo dietro la corresponsione di un pagamento: si tratta di una
formula che non può essere tollerata da Swartz, che ha partecipato
nel 2002 al lancio di Creative Commons aderendo alle tesi di Lawrence
Lessig sulla revisione del diritto d’autore.
Recap
è una piattaforma che scarica il materiale da Pacer rendendo
disponibili gratuitamente i documenti al pubblico. Tra
il 4 e il 22 settembre 2008 Recap accede alle macchine di Pacer
scaricando e rendendo pubblico circa il 20% del materiale archiviato.
Oltre allo sviluppo del software, il lavoro di Swartz è consistito
in un’attività di correzione della struttura dati di partenza,
poco inclini ad essere divulgati e riutilizzati da infrastrutture
hardware e software diverse da quelle originali. Con questa
iniziativa Swartz ha anticipato le istanze sulle quali si fonda il
movimento attuale di open
data sia
in America che in Europa. Sia l’elaborazione del formato dei dati,
sia il contratto di accesso e di riutilizzo dei dati pubblici, sia le
intenzioni che presiedono l’operazione, corrispondono alle
caratteristiche di tutti i progetti internazionali di open data
attuali. Le risorse pubbliche devono essere disponibili gratuitamente
per chiunque ne faccia richiesta, sia per l’elaborazione di
progetti imprenditoriali indipendenti, sia soprattutto per
l’esercizio democratico del controllo dell’operato delle
amministrazioni statali.
Swartz
viene assolto da ogni accusa per le sue azioni di hacker connesse a
Recap; nel
2010 è tra i fondatori di DemandProgress,
che si impegna nell’anno successivo a opporsi all’approvazione
della legge
SOPA.
La coalizione delle società più importanti del mondo web (da
Wikipedia a Google) scongiura l’approvazione del disegno normativo
nel gennaio 2012.
In
poco più di dieci anni di vita professionale, Swartz ha cambiato il
destino dell’umanità più di quanto possano fare intere legioni di
uomini politici e di cultura dall’alto della loro gerontocrazia. Lo
ha fatto rimanendo per lo più nella zona d’ombra esclusa dal
rumore dei titoli dei giornali generalisti, e anche di quelli
specialistici – fuori dalla portata delle notizie che il suo lavoro
ha contribuito a divulgare e a rendere accessibili come in nessuna
epoca della civiltà prima d’ora. Il suo contributo ha reso più
forte la nostra possibilità di essere cittadini a pieno titolo,
capaci di esercitare una riflessione critica sostenuta
dall’informazione, dal flusso delle notizie, dall’accesso ai dati
di prima mano.
La
sua fine però ricorda il titolo dell’ultima opera di Sherry
Turkle, una delle maggiori studiose dell’effetto psicologico della
nuova cultura della Rete e dell’intelligenza artificiale: «Insieme
ma soli». Come
gli open data di cui ha contribuito a creare la cultura e l’esigenza,
ha aspettato una comunità di lettori umani in grado di leggere e
comprendere le sue motivazioni; non ha avuto la pazienza di aspettare
ancora. Swartz è l’eroe di un mondo ancora fluido, che aspetta un
progetto in grado di renderlo abitabile fino in fondo. Un eroe
fragile e grandissimo, fuori controllo, come le dimensioni delle sue
aspettative in un mondo ancora troppo piccolo, troppo vecchio, per
accoglierle.
Un'eroe dei nostri tempi,un grande "combattente" per la libertà e per i diritti civili.RIP
RispondiEliminaPs:diritti civili e digitali.
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