http://www.vincitorievinti.com
- Nella vita comune, l'utilizzo del denaro contante è una delle cose più normali che esista. La possibilità di utilizzare denaro contante, per compensare transazioni commerciali, costituisce elemento di libertà di ogni essere umano, oltre che motore di sviluppo alla crescita economica e al benessere collettivo.
Quotidianamente,
avvengono milioni e milioni di transazioni che hanno come
contropartita l'utilizzo del denaro contate, senza il quale,
con ogni probabilità, parte di queste non avverrebbero mai, o
avverrebbero in maniera sensibilmente ridotta. Pensate alle
piccole spese quotidiane che ognuno di noi compie per il
soddisfacimento dei propri bisogni, dei propri desideri, delle
proprie ambizioni, dei propri vizi, e delle proprie libertà.
Pensate ad un caffè consumato in un bar, all'acquisto del pane dal
panettiere, o ad una bibita offerta ad un amico. Oppure, ancora,
pensate alla paghetta data settimanalmente ai propri figli, o ad un
acquisto di un determinato oggetto, che deve rimanere segreto. Queste
transazioni, semplicemente, avvengono utilizzando carta moneta.
In mancanza della possibilità di spesa per mezzo del contante,
queste avverrebbero in maniera significativamente ridotta poiché,
ognuno di noi, sarebbe ben disposto a rinunciare a qualcosa per
tutelare la nostra privacy e il nostro perimetro di
riservatezza. Ognuno di noi sarebbe disposto a rinunciare a qualcosa
se le modalità di acquisto non fossero pratiche come oggi
avviene.
L'utilizzo
del denaro contante è semplice, è pratico, è efficace, è veloce e
non è costoso.
Questo,
unito alla possibilità di utilizzare anche altre forme di pagamento
che il progresso tecnologico ha reso disponibile, contribuisce ad
elevare il grado di efficienza della società e delle pratiche
commerciali le quali, a seconda dei casi, richiedono strumenti di
pagamento più o meno consoni a talune tipologie di spese. Tuttavia,
in questo ridicolo paese, si sta diffondendo il pensiero che
abbassare la soglia di utilizzo del contante, o meglio eliminarlo del
tutto, contribuirebbe a risolvere il problema dell'evasione fiscale e
anche quelli economici. Nulla
di più falso ed infondato,
e ciò per una serie innumerevole dei ragioni, alcune delle quali
sono riportate in seguito, ed altre, ancor più ben dettagliate,
potete trovarle qui (LETTURA
CONSIGLIATA).
Nel
corso dei secoli, la necessità degli stati e quindi della politica,
di contare sempre più sull'appoggio del sistema bancario per il
finanziamento degli abusi di spesa della
macchina statale e dei privilegi di politici (spesso corrotti ed
incapaci), ha favorito l'instaurarsi di una connivenza
simbiotica tra la politica e il sistema bancario. Ciò per
reciproca convenienza: quella della politica di poter contare sui
favori dei banchieri; e quella di quest'ultimi, di poter godere di
un quadro normativo di favore per incrementare i propri
affari e, in caso di dissesti, contare sull'interventismo statale. Ne
costituisce un esempio eclatante, tutti i salvataggi bancari
effettuati in giro per il mondo, in questi anni di crisi. Non ultimo,
nel contesto italiano, anche i ripetuti interventi di salvataggio a
favore Monte Paschi, di cui in
questo sito si è discusso molto.
A conferma della connivenza esistente tra politica e sistema
bancario per reciproca convenienza, nel contesto italiano, di
recente, si è verificata un'inquietante circostanza che
dovrebbe indurci a riflettere e a guardare al fenomeno con grande
preoccupazione. Nel 2011, infatti, in nome della lotta
all'evasione fiscale, il limite di spesa del contante, è
passato dai 5000 euro, ai 2500, fino ad arrivare agli attuali 1000.00
euro. Come se ciò non bastasse, anche i pensionati che riscuotono
un assegno pensionistico superiore ai mille euro, ex
lege, sono
stati obbligati ad aprire un conto corrente presso un istituto
bancario.
Quindi,
appare ben evidente quanto grande sia stato il regalo offerto
alle banche che, ora, possono contare un numero più elevato di
clientela alla quale applicare commissioni e vendere servizi. Per
contro, il sistema bancario, sempre in nome della lotta all'evasione,
è stato obbligato a fornire all'anagrafe tributaria tutte le
movimentazioni di qualsiasi rapporto bancario, intrattenuto da ogni
cliente. E qui, il nesso sulla reciproca convenienza, appare
evidente ed inquietante. In
pratica, in nome del dogma della lotta all'evasione, lo Stato ha
disposto un quadro normativo di favore per il sistema bancario,
ottenendo come contropartita la possibilità di indagare sulla vita
di ogni cittadino, evocando a se il controllo su intere masse di
popolazione. Questo
articolo, pur non avendo ad oggetto la diffusione di argomentazioni
circa le modalità di contrasto all'evasione fiscale e di quanto sia
insensato condurre questa lotta limitando l'uso del contante,
giova comunque segnalare che, la grande evasione, ossia quella
che arreca danni milionari o miliardari alle casse dello Stato è
proprio quella posta in essere dalle istituzioni bancarie, dalle
multinazionali e dalle lobby di potere. Non è un caso, infatti, che
il Ministro
allo Sviluppo Economico Corrado Passera, sia
indagato per una evasione fiscale miliardaria posta
in essere proprio quando egli era ancora ai vertici di Intesa San
Paolo, solo per citare un esempio.
Non
deve sorprendere, quindi, che i promotori e gli ideologi di questo
pensiero e della crociata contro l'utilizzo del contante, siano
proprio quei soggetti che traggono maggior vantaggio dalla riduzione
o dalla eliminazione del contante: ossia le banche, che trova
nella politica un prezioso alleato a favore dei propri interessi. Non
è un caso che, nel contesto italiano, negli ultimi tempi, si sia
assistito ad un proliferare di preoccupanti segnali espressi sia dal
mondo politico che dai banchieri, orientati proprio ad una
significativa riduzione dell'utilizzo del contante o, peggio, alla
completa eliminazione.
Nel
tema che ci occupa, la realtà è che, l'eliminazione del denaro
contante e il contestuale passaggio della moneta elettronica, ha un
unico grande vincitore: il sistema bancario. Ciò per il semplice
fatto che, in questo caso, la banche (Stato) avrebbero il controllo
sulle nostre vite e pressoché su tutte le
transazioni compiute, lucrando le relative commissioni sulle
operazioni effettuate. Ma questo non è il solo vantaggio.
Essendo il nostro sistema a riserva frazionaria, le
banche, gestendo la massa di depositi che a quel punto si
troverebbero nelle loro disponibilità, finirebbero per
incrementare esponenzialmente la capacità di emettere moneta
scritturale; ossia la non moneta.
Il
denaro, per il sistema bancario, è elemento sul quale fonda i propri
affari: in buona sostanza è la merce da vendere. Avere il
controllo e la gestione di tutto il denaro, per la banca, è un
moltiplicatore del proprio business e quindi di redditività.
In
un sistema basato sulla riserva frazionaria quale è il nostro,
accade che i 1000,00 euro che vengono depositati in banca, possono
diventare (per il sistema bancario) fino a 100.000, ossia cento
volte tanto. E ciò è possibile per l'effetto moltiplicativo dei
depositi. Siccome sulle somme depositate la banca è tenuta ad
accantonare solo l'1% del deposito (nel nostro caso 10 euro, l'1% di
1000) per far fronte ad eventuali esigenze di cassa e richieste di
rimborso delle sostanze depositate, ne consegue che le altre 990
possono essere immesse nuovamente nel sistema, mediate la
concessione di prestiti. A questo punto i 990 euro concessi in
prestito, vengono nuovamente depositati sul sistema bancario e la
banca, dopo aver provveduto ad accantonare un'altro 1% (9.90 euro in
questa seconda fase) della somma depositata, avrà nuovamente a
disposizione 980.10 da poter concedere di nuovo in
prestito, e così via fino a che non si sarà esaurito l'effetto
moltiplicatore sul deposito iniziale. Ossia fino a quando non si sarà
prodotta moneta virtuale per 100.000 euro a fronte dei 1000 euro di
deposito reale iniziale. In sostanza, per ogni mille euro di
deposito, la banca potrà moltiplicare fino a 100.000 euro, la
materia oggetto dei propri affari: il denaro.
Sulla
massa di prestiti concessi, in questo caso 99.000 euro, la
banca trae un enorme profitto applicando un tasso di interesse che
chi ha usufruito del prestito dovrà rimborsare a determinate
scadenze, unitamente al capitale preso in prestito. Alla
luce del ragionamento appena esposto, risulta del tutto agevole
comprendere l'interesse da parte del sistema bancario affinché si
giunga alla completa eliminazione della denaro contante. Tanto meno
sarà il contante in circolazione, tanto più elevata sarà la
possibilità riservata alle banche di incrementare il proprio giro
d'affari e aumentare a la redditività prodotta, che si traduce in
bonus milionari pagati ai super manager.
In
un contesto operativo come quello appena enunciato, accade inoltre
che, fino a quando la banca non avrà riscosso tutto il denaro
concesso in prestito, resta esposta al pericolo che tutti i
depositanti chiedano di riavere le sostanze depositate di cui la
banca non dispone poiché ha creato dal nulla moneta per
100.000 euro, a fronte di depositi per soli 1000 euro. In questo
caso, il sistema bancario risulterebbe insolvente. Quindi, con
l'eliminazione del contante, il sistema bancario, in un solo colpo,
per effetto di un'imposizione normativa lesiva degli interessi delle
collettività e della libertà della popolazione, scongiurerebbe il
verificarsi di un vero e proprio incubo per il sistema bancario che,
benché remoto, non è detto sia impossibile: la corsa agli
sportelli.
In
una realtà ove le condizioni praticate dal sistema bancario
nei confronti della propria clientela tendono ad appiattirsi
convergendo verso pricing del tutto simili, l'unica forma di
concorrenza antagonista allo strapotere bancario, resta proprio
l'utilizzo del contante.
Privare
la popolazione dalla possibilità di utilizzare moneta contante,
significa privarla della principale forma di dissenso e dissociazione
nei confronti dell'arroganza bancaria; oltre che della libertà.
Un
aumento di moneta non determina nessun beneficio, men che meno se si
tratta di moneta del tutto astratta. Al riguardo, numerose sono le
teorie economiche sostenute da altrettante scuole di pensiero,
che ci confermano gli effetti distorsivi prodotti da un aumento
indiscriminato della moneta poiché, questa pratica, oltre a
creare una ricchezza effimera pronta a sciogliersi come la neve al
sole, finirebbe anche per ridurre il potere di
acquisto di ogni unità di moneta. Tutto ciò, avverrebbe, depredando
i cittadini della loro ricchezza, e arricchendo ancora di più
chi ha il controllo della gestione delle moneta: le BANCHE.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione