http://dailystorm.it
Lo stabilisce il Decreto del Presidente della Repubblica numero 226 del 22 dicembre 2012: 25mila studenti Erasmus, non possono votare. Un numero maggiore a quello che decise le elezioni del 2006. Questo è il paese dove giovani non contano, se non per fare campagna elettorale.
.
ART. 3 della Costituzione
[…] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
LA LEGGE DICE “NON PUOI VOTARE” – Lo stabilisce il Decreto del Presidente della Repubblica n. 226 del 22 dicembre 2012, in Gazzetta Ufficiale due giorni dopo. È lo stesso nel quale vengono indette le elezioni del 24 e 25 febbraio, e che recita solennemente: “Gli elettori residenti all’estero e alcune specifiche categorie di connazionali temporaneamente all’estero per motivi di servizio o missioni internazionali potranno votare per corrispondenza in occasione di tali consultazioni”.
Sembra tutto normale, ma pare proprio che manchi una categoria. Una di quelle che in Italia, ed eccone la dimostrazione ennesima, conta davvero poco o nulla: lo studente. Perché il punto 2 del decreto, quello che regola le modalità di voto per “i cittadini italiani temporaneamente all’estero”, riconosce il diritto di votare “per corrispondenza, previa apposita dichiarazione”, soltanto “alle Forze armate e alle Forze di polizia temporaneamente all’estero in quanto impegnati nello svolgimento di missioni internazionali”, ad alcuni “dipendenti di amministrazioni dello Stato, di regioni o di province autonome, temporaneamente all’estero per motivi di servizio”, e ad alcuni “professori e ricercatori universitari […] che si trovano in servizio presso istituti universitari e di ricerca all’estero”. Perchè le Forze Armate, le Forze di Polizia, i professori ed i ricercatori si, e lo studente no?
LO STUDENTE E’ DISCRIMINATO - E’ assente, perciò, la categoria studenti Erasmus, cioè quella degli studenti che stanno trascorrendo un periodo di studi presso un’università straniera, secondo accordi bilaterali con i rispettivi atenei italiani. Il testo del decreto, poche righe dopo, chiarisce: “I cittadini italiani che si trovino temporaneamente all’estero e non appartengano alle tre categorie sopraindicate potranno votare esclusivamente recandosi in Italia presso le sezioni istituite nel proprio comune di iscrizione nelle liste elettorali”.
Perciò: o torni per cavoli tuoi a casa a tue spese, o non voti. Un ricatto, una discriminazione, una limitazione al diritto alla partecipazione politica, ad una generazione di studenti già di per sè dimenticata ed abbandonata. Chissà se l’ex ministro Fornero consiglierebbe anche in questo caso di non esser “choosy”. Inoltre, è corretto ricordare che questa è una “pratica” già adottata in passato sia nel 2006, con il governo di centro-destra di Berlusconi, sia nel 2008, col governo di centro-sinistra di Prodi.
LIMITAZIONE PRECISA – Delusi, amareggiati, sfruttati, arrabbiati, con una buona cultura di base e con un giudizio “estero” sul nostro paese. Questo è l’elettorato che si è voluto colpire sottraendo, di fatto, il diritto al voto. Anche perché di soldi per tornare 2 giorni in Italia, l’80% degli studenti non ne avrà . E non bisogna esser Presidente della Repubblica per capirlo. Una categoria che avrebbe di certo utilizzato il proprio voto con forza e per protestare contro chi li ha martirizzati con tagli alla scuola, all’istruzione e con il precariato.
Si potrebbe dare del complottista a chi sostiene che, in questo modo, si falsa l’intero esito elettorale? Assolutamente no. Da un punto di vista teorico, lo Stato non assicura l’esercizio del diritto costituzionale al voto, emarginando (se non discriminando) un genere ben preciso. Inoltre, in Italia, il sistema elettorale, il famoso porcellum, è già sostanzialmente una legge che non assicura un grado di democraticità accettabile. Da un punto di vista pratico, invece, la situazione si aggrava. Sono 25 mila, infatti, gli studenti Erasmus, e, per capirci stiamo parlando di un numero superiore di voti a quelli che decisero le sorti delle elezioni del 2006, vinte dal centrosinistra sul filo di lana. In un momento di crisi totale, come quello che passa il nostro Paese, ogni voto sarà decisivo e denso di responsabilità e di domande per il futuro. Più di tutti quelli dei giovani. Che, però, in 25mila non potranno.
I GIOVANI SONO SOLO UNO SPOT – Per i cari politici è fin troppo facile riempirsi la bocca di belle parole sui giovani, il futuro, la meritocrazia, la giustizia, la responsabilità . Lo è ancora di più quando scocca l’ora della campagna elettorale. Monti nella sua famigerata agenda annuncia che “costruire una società più giusta e moderna richiede di aggredire non solo il deficit fiscale, ma anche il deficit di opportunità che il Paese offre ai suoi giovani e alle persone meritevoli”; Bersani decide di aprire la sua campagna elettorale con un incontro “con i giovani che votano per la prima volta alle elezioni politiche”; Berlusconi addirittura propone sgravi fiscali per le imprese che assumono giovani. Tuttavia il decreto legge che discrimina gli studenti Erasmus nel loro diritto di voto è stato approvato pressoché all’unanimità da Camera e Senato, e che dei vari emendamenti presentati (121 in tutto) nessuno abbia riguardato tale questione. Tutte favole, tutte belle parole di bravi parolieri. O peggio di chi non sa legger bene.
È l’ennesima fotografia di una classe dirigente che dei giovani, soprattutto di quelli che si impegnano (la gran parte degli studenti Erasmus vincono borse di studio assegnate soltanto a chi ha tanti crediti universitari e medie elevate), nella realtà dei fatti li usano solo come spot. L’inettitudine, l’arroganza di questi uomini e donne a questo punto, diventano insopportabile violenza ai diritti costituzionalmente sanciti. Se dei soldi dovranno esser spesi per biglietti aerei di ritorno, speriamo che siano per mandare via queste “entità politiche”.
ART. 48 della Costituzione
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età . Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività . A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
Fonte:http://dailystorm.it/2013/01/18/caro-studente-tu-non-puoi-votare/
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione