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Dati e informazioni su milioni di cittadini, americani e non, residenti negli Stati Uniti vengono raccolti dal «National Counterterrorism Center» (Centro nazionale per il controterrorismo) che li conserva fino a un massimo di cinque anni.
A svelarlo sono i documenti della Homeland Security (il ministero per la Sicurezza Interna) di cui il Wall Street Journal ha ottenuto la declassificazione in forza del Freedom of Information Act che obbliga ogni ufficio governativo a rendere pubblici i propri atti.
Ciò che emerge dall’inchiesta del Journal è che la svolta che ha portato la Homeland Security ad accumulare dati su persone incensurate nasce dall’episodio del «kamikaze di Natale», il 23enne nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab che tentò di farsi esplodere sul volo da Amsterdam a Detroit il 25 dicembre del 2009.
Il corto circuito fra agenzie di sicurezza si dovette all’epoca all’incapacità della Homeland Security di valutare correttamente l’allarme che il padre del kamikaze aveva dato all’ambasciata Usa in Nigeria ma la conseguenza è stata di affrontare il problema in maniera più radicale: la banca dati «Terrorist Identities Datamart Enrironment» (Tide) contenente circa 500 mila identità di possibili terroristi non includeva il nome di Abdulmutallab e dunque serviva un più vasto sistema di raccolta dati.
Da qui l’amministrazione Obama è partita, sotto le indicazioni del consigliere antiterrorismo della Casa Bianca John Brennan, arrivando alla conclusione che la soluzione più sicura sarebbe stata accumulare i dati di milioni di persone - residenti o in transito negli Stati Uniti - al fine di esaminare se i loro comportamenti coincidevano con quelli di possibili terroristi. Il risultato è stato di affidare al «Centro nazionale per il controterrorismo» non solo tutti gli elenchi di chi arriva negli Stati Uniti ma anche degli americani che ospitano studenti stranieri, di chi frequenta le Università , di chi è impiegato nella case da gioco e numerose altre categorie al fine di disporre di una griglia di miliardi di informazioni capace di identificare in tempo reale un teorico «terrorista dormiente» impegnato a compiere un attentato.
Brennan ha tenuto informato di tale trasformazione del sistema di accumulazione dati il ministro della Giustizia, Eric Holder, e la direzione nazionale dell’intelligence assicura che «l’uso delle informazioni avviene in maniera appropriata nel rispetto della tutela dei diritti dei singoli».
Ciò non toglie che si tratta di misure in contrasto tanto con il IV emendamento della Costituzione americana, contrario a indagini «in assenza della probabilità che un crimine è stato commesso», che con il «Federal Privacy Act» del 1974 in base al quale «le agenzie federali non possono scambiarsi informazioni sui singoli per fini diversi a quelli per cui sono state raccolte». Le opposizioni sollevate dentro la Homeland Secutity sono state tuttavia respinte dai legali dell’amministrazione Obama e la nuova megabanca dati su milioni di incensurati è operativa.
Fonte:http://www.lastampa.it/2012/12/14/esteri/milioni-di-americani-schedati-anche-se-non-sono-sospetti-YRm6RQsILyIVbMhHhrkWFM/pagina.html
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