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L'ennesima discesa in campo di Berlusconi e l'annuncio delle dimissioni di Monti hanno agitato le acque in quel mondo delle apparenze che è la politica italiana. Il PDL si appresta a lanciare una campagna elettorale incentrata sulla difesa della sovranità nazionale e fortemente critica verso l'euro e
verso i principali partner europei, in primis la Germania. E' quindi possibile che anche in parte del mainstream cominci ad apparire qualche verità sull'euro e sulla follia dei vincoli europei, se non altro perché ciò, almeno per il momento, conviene a colui che detiene la proprietà di un bel po' di mezzi di informazione. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che razza di personaggio sia Berlusconi. Può essere considerato affidabile nel ruolo di difensore della sovranità nazionale? Risposta semplice: assolutamente no. E non solo per i suoi guai con la giustizia, le condanne evitate grazie alla prescrizione o alle leggi ad personam, o perché sia un un uomo ricattabile, come dimostra il caso Ruby. Ma per le scelte politiche dei suoi governi. Berlusconi ha partecipato, da premier, a numerosi vertici europei senza mai porre un veto sulle decisioni che venivano assunte. Il suo governo ha supinamente accettato di vincolare l'Italia alle varie misure che poi sono state tradotte in leggi dall'esecutivo guidato da Monti. Lo spiega Vladimiro Giacché nel suo ultimo libro, in riferimento soprattutto all'inasprimento della rigidità dei parametri di Maastricht.
Certo, si potrebbe obiettare che Berlusconi non è stato solerte nell'obbedire agli ordini contenuti nella famosa lettera della BCE, nell'estate del 2011. E che è anche per questa resistenza che è stato
“dimissionato” e poi sostituito da Monti. Ma è proprio questa vicenda a mostrare la pochezza del personaggio, il suo barcamenarsi di corto respiro fra la totale incapacità di opporsi alle imposizioni della UE e il tentativo di salvaguardare i propri interessi, compreso il consenso elettorale.
Possiamo considerare positivo il fatto che nei prossimi mesi potrebbe finalmente aprirsi qualche spazio per una discussione pubblica sull'euro e sulla UE. Occorre però anche tenere presente il rischio che le posizioni di critica verso i vincoli europei vengano squalificate dal fatto di essere associate ad un tale individuo, e che alla fine il dibattito politico-mediatico, oramai incentrato su messaggi brevi e superficiali, tenda alla rimozione del confronto sulle argomentazioni per limitarsi a contrapporre la sozzura di Berlusconi alla “credibilità ” dei suoi avversari (Monti, Casini, Montezemolo, Bersani).
Ennesimo esempio del fatto che per riportare il Paese su una strada di civiltà e giustizia occorre liberarlo dall'intero ceto politico, di destra e di sinistra, e costruire un sistema di informazione e comunicazione pienamente libero dai condizionamenti della politica.
Fonte:http://il-main-stream.blogspot.it/2012/12/il-ritorno-di-berlusconi-e.html
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=44725
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