Di Mazzetta
Mentre il ministro per i diritti umani (risate) Salah bin Ali Abdulrahman riceveva una delegazione dell’US Commission on International Religious Freedom (USCIRF) dicendo “Il Bahrein ha garantito libertà di religione nella sua lunga storia. Le diversità religiose e culturali ne hanno fatto uno stato aperto. Rinunciare al fanatismo, alla divisione e alla retorica che incita all’odio è nella natura del popolo del Bahrein”, l’US Navy annunciava che nella base della quinta flotta a Manama quest’anno non si terrà la consueta rappresentazione vivente della Natività. Incredibile la scusa degli americani, sarebbe stata annullata per le proteste di un gruppo di militari atei, che hanno lamentato che violasse la costituzione e mettesse a rischio le vite degli americani in un paese musulmano. Chiaro segno invece dell’influenza saudita, che si sta facendo sentire sempre di più nell’emirato, dove la monarchia è stata salvata dall’intervento armato e dalla solidarietà dei Saud.
Il
tutto al netto di una realtà che ha visto il governo vomitare
letteralmente ogni genere d’accusa e d’insulto alle opposizioni
che ha represso duramente e di una cronaca che racconta di come al
Khalifa sia impegnato a radere al suolo le moschee sciite che sono
state ricostruite dopo che l’anno scorso le ha rasate quasi tutte
per rappresaglie contro le manifestazioni della popolazione sciita,
che è indiscussa maggioranza nel paese. Ciliegina sulla torta, il
capo della sicurezza interna del paese oggi ha detto che il divieto
di manifestare era solo una misura temporanea ed è stato tolto la
settimana scorsa. Peccato solo che non lo avessero detto a nessuno e
che ora stiano meditando altre misure per “regolare” le
manifestazioni, ovviamente al fine di evitare che qualcuno possa
“abusare della libertà d’espressione”. Buffonate che non
sembrano incrinare l’aplomb dei democratici partner occidentali, si
tratti di politici o di media. Caso raro al mondo, non c’è davvero
nessuno che punti l’indice contro Manama nonostante gli al Khalifa
conducano uno stile repressivo degno dei peggiori incubi totalitari
del passato .
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