Il redditest. Uno strumento inutile per l’evasione oltreché dannoso per i consumi e le famiglie
Di Martino
http://www.iljester.it
Ieri sera due miei contatti facebook lo hanno decompilato, per verificare se trasmetta o meno dati tramite rete, tipo uno spyware. A quanto pare, lo strumento demo, da questo punto di vista, sembra essere “pulito”, anche perché nella malaugurata ipotesi contenesse codice malevole (e cioè capace di violare la privacy e carpire dati a nostra insaputa) sarebbe illegale e i dati prelevati, perfettamente illegittimi. In ogni caso, a scanso di equivoci, è possibile fare il test utilizzando nomi di fantasia.
Ma a parte questo aspetto, due sono i motivi per i quali i soldi dei contribuenti (di quelli che pagano) sono stati ancora una volta buttati all’aria quando si è deciso di predisporre lo spesometro (di cui il redditest è solo una versione dimostrativa). Il primo motivo è che è del tutto inutile nella lotta all’evasione vera, pesante. Il perché è piuttosto semplice: il vero evasore è troppo spesso sconosciuto al Fisco e quando è noto, egli si avvale di tutta una serie di meccanismi atti a simulare uno stato reddituale e di spesa ben inferiore a quello reale. Lo spesometro da questo punto di vista non serve a niente.
Invece pare avere funzione di terrorismo sociale (il secondo motivo), e l’effetto è una pericolosa quanto stupida contrazione dei consumi. E siccome siamo un paese che ha oggi un forte bisogno di rilancio della propria economia, lo spesometro e tutto quanto ne consegue sono davvero come un pugno in un occhio. Perché la gente, davanti alla prospettiva (e al terrore) di essere accusata di evasione, rinuncerà a spendere. E se non spende, i negozi incasseranno di meno, circolerà meno moneta, e il lavoro subirà una contrazione. La produzione calerà e tutto andrà a puttane come al solito. E per cosa poi? Per acchiappare quei due o tre furbetti che pagano un premio assicurativo che per il reddito dichiarato non potrebbero permettersi?
Il fatto è che – come ho già detto – il vero evasore non si lascerà fregare da questi banali strumenti di accertamento. Egli continuerà a rimanere nell’ombra a godersi i suoi beni non dichiarati al fisco, mentre chi subirà realmente questo stato di polizia fiscale saranno le famiglie, saranno i piccoli contribuenti, quelli che guadagnano poco e spendono ancora meno, o che spesso per acquistare un bene, fanno dei prestiti anche intrafamigliari, non sempre tracciabili dal Fisco.
Mi chiedo sul serio in che razza di nazione viviamo, quando un Governo permette che il sistema fiscale si trasformi in una sorta di santa inquisizione, inutilmente e in un periodo così delicato, nel quale la macchina economica è chiaramente inceppata. Già analizzando i dati statistici, è evidente che i consumi in Italia siano calati parecchio (rispetto a novembre 2011, -3,4%, a fronte di una pressione fiscale oggi al 55%). E non parlo certo dei beni di lusso, ma di quelli di uso comune: dai beni di prima necessità, alla cultura, e persino la tecnologia. Dunque perché fare del terrorismo sociale con un sistema che alla fine non intercetterà un bel nulla, ma che allo stesso tempo creerà solo danni all’economia, apprensione, paura e diffidenza?
Proprio stamattina, parlando con un vecchietto al bar, egli mi ha detto chiaro e tondo che i soldi se li terrà sotto il materasso. I risparmi non li lascerà alla Posta, e non li spenderà, ma se li terrà nascosti a casa, perché così nessuno glieli prenderà. Mi dico: ma è possibile che si debba arrivare a questo senso di frustrazione e di paura? Possibile che noi si abbia una classe politica così allucinante e così fuori dalla realtà? Che facciano qualcosa per fermare il Fisco e i suoi strumenti da caccia alle streghe, o qui davvero si finisce con le pezze al culo: con i ricchi sempre più ricchi e privilegiati, e i poveri sempre più poveri e pesantemente vessati.
Fonte:http://www.iljester.it/il-redditest-uno-strumento-inutile-per-levasione-oltreche-dannoso-per-i-consumi-e-le-famiglie.html
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