Giovani che mostrano chiaramente la loro rabbia e la loro indignazione in Italia come in tutta Europa, forze dell’ordine che dovrebbero essere insieme a loro per gli stipendi “irrisori” con cui sono pagati.
Rabbia e indignazione, scontento e malcontento diffuso, sentimenti di frustrazione e sconforto: tutto questo e molto altro si riversa nelle piazze, nelle strade e nelle città.
Una lotta e una protesta che sembra “persa in partenza” contro i “poteri troppo forti” delle banche, dei mercati, della finanza, delle lobbies, degli stati “complici” con le manovre di austerità e rigore.
Una manifestazione di dissidenti, precari, disoccupati, scoraggiati e tanti altri che vogliono nient’altro che un futuro, una speranza, una “strada da percorrere”, un “posto nel mondo” etc.
Molotov, scontri “corpo a corpo”, “libri giganti” usati come scudi per contenere le cariche delle forze dell’ordine, lacrimogeni, sanpietrini e oggetti vari lanciati per offendere, fuoco e cassonetti incendiati, sangue sui volti, persone a terra in manette: questo il tentativo di descrivere lo spettacolo orrendo a cui tutti abbiamo assistito tramite la tv e internet…uno spettacolo inevitabile, uno spettacolo inesorabile e forse “necessario” per i motivi che lo hanno scatenato.
Il giorno dopo i tumulti e le proteste “tira un’aria strana”: tanti di noi vedendo le scene suddette alla tv si sentono in un certo senso “partecipi” di una “lotta e di una resitenza” che si fa sempre più “consistente” anche se con metodi “poco ortodossi” e certamente “condannabili”. Una lotta e una resistenza non condivisibile nei metodi ma che ha dei motivi alla base che l’hanno provocata che sono condivisibili invece da tantissime persone. Senza le misure di austerità e rigore, senza la crisi economica provocata dall’eccessiva finanziarizzazione dell’economia mondiale, senza un sistema economico globalizzato che genera tantissime diseguaglianze, senza un sistema economico neoliberista che forse va modificato o cambiato del tutto, forse senza tutto ciò e tanto altro non si arriverebbe alle scene suddette, agli scontri, alla rabbia e all’indignazione che portano alla protesta “cieca e violenta”. Quello che viene spesso contestata è la violenza degli scontri mentre non si contesta mai la “violenza” di un mondo forse “ingiusto “per tante persone che sono costrette “a vivere di stenti”.
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