Secondo l’ultimo sondaggio diffuso da Ballarò sulle intenzioni di voto degli italiani:
PD al 30,3%, M5S al 19,4%, PDL 16,5%, UDC 6,1%, SEL 5,6%, IDV 5,5%, Lega Nord 5% etc.
Se alle prossime elezioni politiche si verificasse una situazione uguale o poco distante da quella descritta da questo sondaggio, alla camera dei deputati il PD alleato o solo con l’UDC o solo con SEL non otterrebbe la maggioranza.
In caso alternativo ai due su citati se il PD si alleasse insieme sia con l’UDC che con SEL allora otterrebbe la maggioranza alla camera dei deputati. Però tutti sanno che questa “alleanza” potrebbe risultare “fallimentare” e quindi molti la “escludono”. Si esclude naturalmente anche l’alleanza del PD con il M5S. Si esclude ma non del tutto la “foto di Vasto”, ossia l’alleanza tra PD, SEL e IDV.
Questo sondaggio quindi restituisce una situazione di probabile e futura instabilità politica: in una situazione emergenziale come quella che scaturirebbe da un voto con gli esiti simili a quelli descritti dal sondaggio su citato si ricorrerebbe ad una larga intesa tipo quella che sostiene il governo attuale con un eventuale nuovo governo dei tecnici e con un eventuale Monti-bis.
Il “vuoto” della politica attuale porta sempre più verso l’instabilità politica, verso l’astensionismo, verso i “fenomeni” Grillo e Renzi, verso la “sfiducia assoluta” dei cittadini nei confronti della politica.
Una situazione quella dei partiti “frammentata”, “in via di dissoluzione”: un risultato politico futuro che potrebbe anche “replicare” quello che è successo alle elezioni regionali siciliane con tutti i partiti al di sotto del 20%.
Mai come adesso i partiti sono costretti a fare un “bagno di realtà”: sono costretti ad “uscire dai palazzi del potere” e “tornare” tra i cittadini per ascoltare le loro esigenze e le loro proposte.
Una situazione politica “caotica e confusa” che richiede un impegno straordinario da parte dei partiti per riacquistare la “credibilità” da tempo perduta.
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