MAS: MENO TASSE SE LA CATALOGNA DIVENTA INDIPENDENTE
Di Salvatore Antonaci
In un intervento all’assemblea del PIMEC, l’associazione degli imprenditori catalani, il Presidente Mà s, ormai nel pieno corso della frenetica campagna elettorale che porterà a breve al rinnovo del parlamentino regionale e ad un probabile rafforzamento della sua leadership, ha tentato di fugare i dubbi sull’eventuale ritorsione economica nei confronti della Catalogna cui potrebbe ricorrere il Governo e lo stato centrale spagnolo.
Lo spettro, del quale già al tempo della disputa sul nuovo Statuto si erano colte le avvisaglie, è quello del boicotaggio da parte di imprese ed enti pubblici iberici: un contraccolpo che potrebbe arrecare seri danni all’ecomia del nuovo stato indipendente con capitale Barcellona. Mà s si è però dimostrato molto scettico al riguardo considerando l’eventualità come un mero spauracchio agitato da un’ èlite politica incapace di dare risposte efficaci all’attuale momento di grave crisi. Oltretutto, grazie al calo dell’imposizione fiscale sulle imprese e sul lavoro che sarà messo in atto dal nuovo governo, la Catalogna diverrà un luogo appetibile per gli investitori di ogni parte del mondo trasformando la minaccia madrilena in una pistola scarica. Così il leader di CiU ha chiuso il proprio discorso tra l’approvazione della platea che un precedente sondaggio interno aveva rivelato essere a stragrande maggioranza (oltre i 2/3) favorevole all’opzione di autodeterminazione della Generalitat: nel complesso uno specchio abbastanza fedele degli umori che regnano nella regione “ribelle”.
La giornata si era per altro aperta con il drammatico bollettino di guerra sulla disoccupazione spagnola che per la prima volta ha superato il tasso del 25%, un ecatombe che colpiva sì le regioni tradizionalmente arretrate come l’Andalusìa o l’Extremadura, ma che falcidiava nondimeno la stessa Catalogna che pagava il suo dazio con un elevatissimo 22,4%. Di qui anche il motivo dell’impegnativa promessa di Mà s sul calo delle tasse.
Non fossero bastate le pessime notizie dall’economia anche i nostalgici del caudillo Francisco Franco hanno contribuito ad appesantire il clima. La fondazione che porta il nome del dittatore ha infatti invitato lo stato spagnolo a procedere all’immediato arresto del presidente catalano in caso di secessione. Potrebbe apparire una rodomontata, ma col malumore crescente in certi ambienti militari non è il caso di sottovalutare questa ed altre intemerate in grado di surriscaldare gli animi.
Per chiudere questa cronaca del pomeriggio di un giorno da cani, ci sia perdonata la citazione hollywoodiana, vi è da dar conto dell’ennesimo capitolo della grottesca telenovela in casa socialista. Dopo aver costretto la propria punta di diamante nel Parlamento Europeo, Maria Badia, a dimettersi a seguito della sua condivisione della mozione antispagnola presentata dai deputati catalanisti i capoccia del PSC hanno subito un durissimo attacco dagli ex- alleati di governo della Sinistra Repubblicana che li ha accusati, senza mezzi termini, di fare il gioco dei falchi di Madrid. Al ceffone mediatico nè il candidato Presidente dei socialisti Pere Navarro, nè tantomeno il suo vice hanno ritenuto in dovere di obiettare, forse proprio perchè l’evidenza avrebbe frustrato il loro tentativo. Per l’elettorato fino a pochi anni fa più numeroso della zona un motivo in più per abbandonare la nave che affonda.
Fonte:http://www.lindipendenza.com/mas-meno-tasse-se-la-catalogna-diventa-indipendente/
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