La Catalogna si sente “strangolata” dal governo spagnolo: i cittadini catalani si lamentano delle tasse che devono allo stato spagnolo e a Madrid.
Per il 25 novembre sono state indette le elezioni dopo il “no” di Madrid a conceder maggiore autonomia fiscale. Queste elezioni sono una chiara dimostrazione insieme ad altro dei sentimenti di indipendenza della gente catalana.
In Catalogna c’è il 16% della popolazione spagnola e si produce il 20% del PIL dello stato spagnolo.
Molti cittadini ritengono che se la Catalogna fosse indipendente da punto di vista economico “andrebbe tutto meglio”: la dipendenza dalla Spagna è un “peso” per tanti catalani.
Il problema dell’indipendenza è fiscale ma anche politico e socio-culturale e molti cittadini per motivi diversi rivendicano il diritto all’indipendenza.
La Catalogna come molti sanno è la regione spagnola più “ricca” e “più produttiva”: una regione “locomotiva” “tirata indietro” dalle zone più povere della Spagna.
La questione dell’indipendenza catalana come tante altre simili in Europa, pensiamo alla Lega Nord in Italia per esempio, sono dimostrazione del fatto che la crisi dell’euro sta “accentuando” tendenze disgregatrici e separatiste da tempo presenti.
Populismi, movimenti indipendentisti, nazionalismi, fascismi, antieuropeismo, sinistra antagonista e quant’altro sono la dimostrazione del difficile momento politico, economico e sociale che sta vivendo la maggior parte dell’Europa: la crisi economica e le misure di austerità e rigore impoveriscono molti cittadini europei e nella miseria e nella povertà come è risaputo nascono e si generano “cose molto cattive”.
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