Flavio Briatore, il quale ultimamente ha anche respinto le avances politiche di Silvio Berlusconi, ricopre la parte del boss nel programma televisivo “The Apprentice”.
Quest’ultimo è un reality show in cui aspiranti uomini d’affari, “yuppies” come li avremmo definiti in un’altra epoca, si sfidano in una serie di prove con lo scopo di “uscire” vincitori e poter lavorare con uno stipendio “a sei cifre” sotto le dipendenze del boss impersonato come già detto da Flavio Briatore. Un programma “The apprentice” che è non altro che la versione italiana dell’omonimo programma statunitense dove il boss è impersonato da Donald Trump.
Innazitutto “The apprentice” è l’ennesimo “reality show” presente nelle tv italiane e “continua” la “tradizione” di programmi come “L’isola dei famosi” e “Grande fratello”: un fenomeno tutto contemporaneo quello dei reality in cui tra le altre cose viene “evidenziata” l’importanza “dell’apparire” e “dell’immagine”. Inoltre nei reality show vengono presentati come valori da seguire il successo, la fama, “l’arrivismo a tutti i costi” e tanto altro ancora.
Riguardo alle caratteristiche su citate sicuramente “The Apprentice” non sembra essere da meno rispetto ad altri famosi reality.
Reality show che favoriscono fenomeni come l’appiattimento culturale, la massificazione e la desertificazione culturale. Reality show che sono “promossi” dalla “società dell’immagine”, espressione del sistema-società capitalista e neoliberista.
Quindi ricordiamo anche il “tormentone” lanciato dal programma di Briatore, “Sei fuori!”, tormentone che ci accompagnerà per molto tempo e già “deriso” da Maurizio Crozza nel rivolgerlo a Gesù.
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