Ammaliati e affascinati dalla società dell’immagine
Una moltitudine di immagini ci “colpisce” ogni giorno, video, suoni, informazioni svariate, icone, simboli e segni vari: tutto ciò crea un immenso immaginario collettivo, tutto ciò crea la “società dell’immagine”, “sovrastruttura” della società contemporanea tecnologica e “ultraliberista”.
Ogni giorno grazie ad internet e alla televisione ci muoviamo in un’immensa città dalle luci sfavillanti, “un’immensa Las Vegas” in cui si compenetrano la vita “reale” e la vita “virtuale”, un’immensa città in cui la linea di separazione tra reale e fittizio sembra diventata invisibile.
Un’enorme illusione “barocca” quella creata dalla società dell’immagine, un incantamento e una suggestione che copre il vuoto che è sotto, un vuoto esistenziale e post-ideologico.
Insegne luminose, cartelloni pubblicitari, icone, simulacri e tanto altro: questa è la società dell’immagine, ornamento, patina superficiale, ma soprattutto una scenografia ben architettata con un solo scopo, quello di “manipolare” e di “ammaliare”, ammaliare come farebbe una chimera o un incantesimo.
Ogni giorno camminiamo in un labirinto “artefatto e affascinante”, un labirinto che non esiste, un labirinto che è pura illusione multimediale, qualcosa di falsificato e contraffatto all’inverosimile.
Mcluhan richiamando il mito di Narciso paragona noi contemporanei a Narciso che si riflette nello specchio d’acqua: come Narciso rimane “stregato”di fronte alla sua immagine nello specchio d’acqua così noi rimaniamo ammaliati e affascinati dalle tecnologie e dalla società dell’immagine.
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