Di Laura Muzzi
Dopo
mercatini, negozi, e veri propri party apre a settembre in Italia anche
il primo swap restaurant, ovvero una trattoria dove si potrà pagare,
oltre che con i soliti metodi, anche con il baratto. Il locale si
chiamerà "L’è maiala" e aprirà in Toscana, a Firenze. Come l’espressione
stessa suggerisce, in toscano si usa per indicare una situazione molto
difficile da affrontare, l’osteria nasce proprio con l’intento di
prendere di petto la crisi.
“Questa osteria è pensata - spiega la
titolare Donella Faggioli all’Ansa - per venire incontro a chi, in tempi
di ristrettezze non vuole comunque rinunciare a qualche cena fuori”.
Come funziona? Chi volesse barattare, anziché saldare il conto in
moneta, dovrà farlo per telefono, al momento della prenotazione. “A quel
punto - spiega ancora la titolare - si aprirà una trattativa di scambio
da cui verrà fuori, in caso di accordo, il menù offerto a fronte di un
paniere di cose che accetteremo in pagamento”. Complice probabilmente la
crisi, la barattomania sta conquistando un po’ tutti. Basta girare
sulla rete per rendersi conto che lo swap è entrato a far parte della
vita quotidiana in moltissimi paesi a partire dall’America, Canada,
Inghilterra. C’è chi scambia cibo e ha creato dei veri e propri network,
pagine facebook, associazioni. E’ il caso, ad esempio del Food swap
Network fondato da cinque giovani donne americane che hanno creato un
vero e proprio movimento dello scambio di cibo. Senza andare così
lontano, poi, anche le blogger italiane stanno cominciando ad
organizzarsi e così sbirciando tra gli inviti di food swap party mi è
capitato di incappare in quello di Cappuccino&Cornetto.
L’idea
alla base è sempre quella dello scambio, non solo inteso in senso fisico
ma soprattutto culturale, così, oltre a provare qualcosa di gustoso per
il palato diventa l’occasione per imparare qualcosa di nuovo sulle
tradizioni delle altre regioni, degli altri Paesi. Per gli amanti della
moda poi lo swap è diventato un vero must. Store, mercatini, party le
soluzioni sono per tutti i gusti. Obiettivo: liberarsi di quel vestito
che abbiamo comprato incautamente sperando negli effetti di una dieta
miracolosa che poi non abbiamo mai fatto o di quelle scarpe bellissime
ma sempre troppo scomode e dolorose per essere indossate una sera
intera. L’Atelier del riciclo, associazione di promozione sociale
fondata da creativi nel segno dell’eco-consumo di qualità , ha persino
creato una vera e propria guida per chi volesse aprire una swap boutique
(guarda qui). Se poi nella vostra città nessuno ha ancora pensato di
aprirne una niente paura, perché il baratto ormai è anche on line. Una
brillante psicologa di nome Ida Galati ha aperto il primo sito di
baratto italiano dove è possibile scambiarsi vestiti. Si chiama Suit of
the city e comodamente da casa potete cliccare sugli indumenti che vi
interessano e dare il via allo swap!
Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/apre-toscana-primo-swap-restaurant-835263.html
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