I rischi di una guerra in Medio Oriente, chi la vuole e perché non sarà affrontata

set 22, 2012 0 comments

Di Francesco Quartararo
In questi giorni stiamo assistendo inesorabilmente agli ultimi colpi di coda di Al Qaeda, un cartello che negli anni ha riunito e dato ospitalità ad una parte del frastagliato mondo dei jihadisti dell’Islam, coloro i quali si sono convinti che la guerra santa non vada combattuta contro sé stessi per crescere e migliorare nell’arrivare ad avvicinare Allah, ma vada combattuta contro gli “infedeli”, coloro i quali non seguono la linea di Maometto. A soffiare sul vento del fondamentalismo, le frange più estreme e bigotte del cristianesimo e del sionismo, convinte di realizzare “un’intuizione” che portò Sir Albert Pike a dire che se una terza guerra mondiale sarebbe stata mai combattuta, sarebbe stata fatta in nome di uno scontro tra Oriente e Occidente. Ma uno scenario del genere, ad oggi, è irrealizzabile.

A salvarci da questa prospettiva non sono gli arsenali nucleari a disposizione degli USA, pronti a colpire duramente gli stati arabi che si dovessero convertire al fondamentalismo, non sono neppure le sterminate riserve di terroristi suicidi pronti a farsi saltare in aria nelle capitali europee e nemmeno la profonda pervasività dei servizi segreti del Mossad, in grado di arrivare in qualsiasi luogo ed operare con rapida e precisa ferocia. A porre un freno a questa follia saranno le stesse nuove generazioni che si stanno muovendo in piazza.

In Tunisia, paese protagonista della primavera araba del 2011, luogo da cui è partita, arrivano notizie di come i cortei di manifestazione siano stati ordinati, pacifici, con donne al seguito. Poi, dopo una mattinata tranquilla, uomini armati ed incappucciati hanno cominciato ad alzare la tensione, portando in piazza quel misto di follia ed ignoranza di chi con le madrasse ha appestato il messaggio del Corano. Una follia destinata a soffocare nel tempo i loro stessi fautori. Chi al giorno d’oggi sarebbe più disposto a morire se non in nome di un’ideale, di una palese manipolazione? Quale giovane cristiano, o ebreo sarebbe pronto a partire in una “guerra santa” simile a quella del 2001 che da Giustizia Infinita divenne Giustizia duratura?

Allo stesso modo, un giovane arabo che in questi due anni ha lottato per poter avere elezioni democratiche nel proprio paese è la nostra principale garanzia di un futuro di stabilità. Lo stesso futuro di stabilità garantito da una notizia passata sotto traccia, quasi dimenticata e che arriva da Gerusalemme, dove la polizia israeliana ha arrestato ed incarcerato dei giovani ebrei intenti a malmenare un palestinese per motivi razziali. Una goccia nel mare, ma anche un messaggio chiaro di come le cose stiano cambiando.

Al Zawahiri, numero uno di Al Qaeda, Nethanyau e persino il candidato repubblicano Romney, molto minaccioso nei toni, sono al più dei sessantenni, appartenenti ad un modo di vedere e pensare il mondo vecchio e passato. Non c’è più un nemico comunista da combattere, il Satana americano adesso parla con parole di tolleranza e conosce le regole del mondo islamico ed i giovani israeliani non vivono più con la paura dell’accerchiamento costante.

Il mondo è andato avanti e le sfide che aspettano il Medio Oriente sono ben diverse. D’altronde, che gusto ci sarebbe a non poter scegliere il proprio destino e seguire necessariamente vecchie idee?

Fonte:http://news.cloudhak.it/i-rischi-di-una-guerra-in-medio-oriente-chi-la-vuole-e-perche-non-sara-affrontata/

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