Di Luigia Sorrentino
Rai News 24.it
Il filosofo e pschiatra statunitense di origine ungherese Thomas Szasz, “eroe della libertà”, pionere della critica dell’istituzione psichiatrica e massimo rappresentante del movimento dell’antipsichiatria, è morto sabato scorso per una caduta accidentale nella sua casa di Manlius, nello stato di New York, all’età di 92 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato 12 settembre 2012 dalla figlia Margot Szasz Peters al “New York Times”.
Eminente pensatore libertario, della vasta bibliografia di Szasz sono stati pubblicati in Italia numerosi libri, tra i quali “Legge, libertà e psichiatria” (Giuffre’), “I manipolatori della pazzia” (Feltrinelli), “La schiavitù psichiatrica” (Il Saggiatore), “Disumanizzazione dell’uomo. Ideologia e psichiatria” (Feltrinelli), “Il mito della droga: la persecuzione rituale delle droghe, dei drogati e degli spacciatori” (Feltrinelli), “Il mito della psicoterapia: la cura della mente come religione, retorica e repressione” (Feltrinelli), “Sesso a tutti i costi: l’allarmante verità sulle odierne terapie sessuali” (Feltrinelli), “Schizofrenia: simbolo sacro della psichiatria” (Armando), “Farmacrazia: medicina e politica in America” (Spirali).
Nel saggio “Il mito della malattia mentale” del 1961 (tradotto da Il Saggiattore e poi da Spirali) Szasz espone la sua tesi di fondo, che contesta i fondamenti epistemologici del concetto di malattia mentale. Szasz analizza la struttura ideologica della psichiatria e ne mette a nudo le contraddizioni. Szasz sostine che l’espressione “malattia mentale” sarebbe una combinazione internamente incoerente di un concetto medico e uno psicologico, ma sarebbe popolare perché legittimava l’uso della psichiatria per controllare e limitare la
devianza dalle norme sociali.
Nato a Budapest il 15 aprile 1920, Thomas Szasz si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti nel 1938 per sfuggire alle persecuzioni razziali. Dopo la laurea in fisica e in medicina alla University of Cincinnati, Szaz si specializzò in psichiatria all’Università di Chicago. Nel 1956 divenne professore di psichiatria allo Health Science Center della State University of New York e socio del Cato Institute di Washington. Raggiunse la fama internazionale grazie alla pubblicazione, nel 1961, di “The Myth of Mental Illness”, in cui mise in discussione le impalcature ideologiche e disciplinari della psichiatria e di ogni psicoterapia.
E’ stato tra i fondatori della Citizen Commission on Human Rights (Cchr), che in suo onore ha istituito il Thomas S. Szasz Award per la difesa delle libertà civili. Considerato tra i massimi esponenti della psichiatria mondiale, noto per le sue posizioni apertamente libertarie, antiproibizioniste e antipsichiatriche, per oltre cinquant’anni ha condotto battaglie legali e scientifiche per sensibilizzare governanti, uomini di scienza e cittadini sui pericoli derivanti dall’abuso degli psicofarmaci e dalla pratica dell’internamento coatto negli ospedali psichiatrici.
Insignito di numerosi riconoscimenti, Szasz ha ricevuto il George Washington Award della American Hungarian Foundation ed è stato inserito nella “Guide to America’s Top Physicians” (Guida ai migliori medici in America) del Consumers’ Research Council of America e nella lista “35 Heroes of Freedom” (35 eroi della liberta’) della rivista “Reason”.
Fonte:http://poesia.blog.rainews24.it/2012/09/12/addio-a-thomas-szasz-il-pioniere-dellantipsichiatria/
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grazie di averlo ricordato... (quasi nessuno lo ha fatto sui giornali in italia)
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