http://freeskipper.blogspot.it/2012/08/universita-piu-tasse-quasi-per-tutti.html
La notizia, fino a qualche tempo fa, era che l'università italiana
avrebbe rincarato le rette solo per i "fuori corso", ovvero gli studenti
che non fossero stati in regola con gli esami previsti dal piano di
studi. Ma nell'ultima versione del decreto legge sulla cosiddetta
'spending review', gli aumenti verrebbero estesi a tutti gli iscritti,
anche a chi è in regola con gli esami. Non è facile far tornare i conti
delle casse malridotte degli atenei italiani e il nuovo gettito
previsto, che attinge alle tasche dei fuori corso, secondo il governo
non era sufficiente. Nel maxiemendamento viene infatti inserita una
misura che pareva scongiurata nei giorni precedeti: la probabile
estensione dei rincari a tutti gli studenti, fatta eccezione per i meno
abbienti. I selvaggi tagli ai finanziamenti destinati all'università
negli ultimi anni, che hanno visto assottigliarsi vieppiù il cosiddetto
Ffo (Fondo di finanziamento ordinario), hanno fatto sì che
oltre la metà degli atenei italiani, per compensare il calo dei
finanziameni ministeriali, finisse "fuorilegge" per carico di tasse
inflitte agli iscritti. In base alla riforma delle università voluta
dall'ex ministro Gelmini, infatti, la somma dei contributi di ogni
singolo studente non dovrebbe superare il 20% dei fondi ministeriali
(Ffo) stanziati per quell'ateneo, principale entrata delle università.
L'attuale provvedimento del governo 'scagionerebbe' così le università
che infliggono rette "fuorilegge", dando via libera a ulteriori rincari.
In particolare, sono in arrivo aumenti considerevoli per le tasse degli
universitari fuoricorso, che potranno anche raddoppiare per quelli con
reddito alto. Le tasse potranno aumentare fino a +25% per i fuoricorso
con reddito familiare Isee (Indicatore della situazione economica equivalente)
sotto i 90mila euro, fino a +50% con reddito tra 90mila e 150mila euro,
e fino a +100% con un reddito oltre i 150mila euro. Ma in base
all'ultima modifica voluta dal governo, a pagare di più saranno anche i
ragazzi in regola con gli esami. Se per i redditi oltre i 150mila euro
si prefigura una vera stangata, l'aumento sarà fino al 25% per gli
studenti di famiglie con reddito sotto i 90mila e fino al 50% per le
dichiarazioni Isee tra i 90 e i 150mila euro. Per gli studenti con basso
reddito, invece, è previsto invece un calmiere: dal 2013, per i
prossimi tre anni accademici, per chi ha un reddito familiare Isee sotto
i 40mila euro l'aumento delle tasse non potrà superare l'incremento
dell'inflazione. L'aumento 'quasi per tutti' infligge un duro colpo
all'economia di studenti (e loro famiglie), soprattutto perché l'Italia è
già ora il paese europeo con le tasse più alte e la discriminazione
sociale che esclude dalla formazione le fasce più deboli della società è
un rischio concreto, da scongiurare. L'immobilità sociale giovanile in
Italia è tra le più alte d'Europa: i figli delle classi meno abbienti
crescono mantenendosi nella fascia sociale e culturale della famiglia di
origine; un padre con uno scarso livello d'istruzione riduce di oltre
il 50% la probabilità che il figlio frequenti il liceo. Un fenomeno
nefasto per la società di un Paese "al palo", che avrebbe più che mai
bisogno di giovani istruiti e di colmare il gap europeo portando i
nostri laureati dal 19,8% al 40%. Il caro prezzo delle tasse
universitarie rischia di essere un pericoloso deterrente per attirare i
talenti meno abbienti.
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