Fonte:System Failure
La “società dell’immagine” si esprime attraverso i media: la televisione, i giornali, internet etc.
Essa “diffonde il suo messaggio” in tanti settori: lo spettacolo, il business, l’arte, la moda e tanti altri ancora. La società dell’immagine crea miti, icone, supereroi da adorare. Siamo in un epoca in cui sono finiti i grandi racconti(Lyotard), le metanarrazioni come il cristianesimo, il comunismo, il fascismo, l’illuminismo etc. Il vuoto lasciato dai totalitarismi è stato riempito dall’immagine, caratteristica predominante della società dell’immagine: una “patina superficiale” che copre il vuoto lasciato dalle metanarrazioni, dai “racconti per le masse”. Nell’epoca postmoderna regna la tecnologia, la velocità, sono state annullate le distanze e le verità sono molteplici e non più assolute come lo erano una volta. Abbiamo dato spazio ad un’enorme frammentazione: miti, icone e supereroi hanno preso il posto dei grandi racconti per le masse, hanno preso il posto del dio o degli dei di una volta. La “religione dell’immagine” ha tanti dei da adorare: personaggi dello sport, del cinema, della moda e di tanti altri settori.
Nella società odierna oltre ai beni di consumo materiali si vendono miti e icone, per esempio non si vendono gli indumenti ma la mitologia che la moda ha costruito dietro di essi.
Quindi la società dei consumi(Baudrillard) non produce solo beni ma produce il tipo o per meglio dire i tanti tipi di consumatori i quali non acquistano solo oggetti ma anche i significati a cui rimandano questi oggetti.
Continuando a prendere come esempio gli indumenti prodotti dal mondo della moda, questi indumenti rimandano al canone estetico diffuso dal mondo della moda e alla fama e al successo dei testimonial del momento, testimonial del mondo del cinema, dello sport, della televisione.
Quindi non si vende solo il prodotto come bene di consumo ma si vende la mitologia che è dietro al prodotto.
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