Fonte:http://anglotedesco.myblog.it/archive/2012/08/03/la-guerra-alla-droga-e-le-buffonate-dei-media-americani.html
Da AMERICA NO WE CAN'T (Alegre)
Di Noam Chomsky
Il
presidente boliviano Evo Morales fu particolarmente duro sui progetti
per le basi militari.Basandosi sulla sua esperienza in un sindacato di
coltivatori di coca,affermò che aveva testimonianze sui soldati
americani che,mentre accompagnavano truppe boliviane,avevano sparato sui
membri del suo sindacato."Così ora siamo
narcoterroristi",continuò."Quando non poterono piu chiamarci
comunisti,ci chiamarono sovversivi,e poi trafficanti e dall'11
settembre,terroristi".
Morales
osservò che la responsabilità principale della violenza in America
Latina è dei consumatori americani di droghe illegali:" Se l'Unasur
mandasse truppe negli Stati Uniti per mettere sotto controllo il consumo
di droghe,loro accetterebbero?Impossibile!
La
domanda retorica di Morales può essere estesa.Supponiamo che l'Unasur,o
la Cina,o molti altri reclamino il diritto di stabilire basi militari
in Messico per attuare programmi diretti a sradicare il tabacco negli
Stati Uniti:con aerei fumiganti in North Carolina e in Kentucky,blocco
con forze navali ed aeree e invio di ispettori negli Stati Uniti per
assicurarsi che questo veleno sia spazzato via,mentre intanto esso è
trasformato in prodotti molto piu dannosi della cocaina e dell'eroina,e
incomparabilmente piu letali della cannabis.Il tributo per l'uso del
tabacco,inclusi i "fumatori passivi",che sono colpiti seriamente anche
se non usano tabacco,è veramente pauroso, e oscura gli effetti mortali
di altre sostanze pericolose (anche il secondo piu importante
killer,l'alcol, che, come il tabacco,provoca danni a chi non lo usa).
L'idea
che gente esterna debba interferire con la produzione e la
distribuzione di queste sostanze letali è chiaramente impensabile.Il
fatto che le giustificazioni americane per i programmi contro la droga
all'estero siano accettate come plausibili,e anche considerate degne di
discussione, è un altro esempio chiaro delle profonde radici della
mentalità imperiale nella cultura occidentale.
Anche
se adottiamo le premesse imperiali,è difficile prendere sul serio gli
obiettivi sbandierati nella "guerra alla droga",che dura senza
cambiamenti rilevanti,a dispetto delle prove evidenti che altre
misure-prevenzione e trattamento- sarebbero molto piu efficaci in
termini di costi, e nonostante il regolare fallimento del ricorso alla
criminalizzazione in casa e alla violenza e alla guerra chimica
(fumigazioni) all'estero,almeno rispetto agli obiettivi annunciati.
Nel
febbraio 2009,la Latin american on drugs and democrazy ha reso pubblica
la sua analisi della "guerra contro le droghe" nei decenni passati.La
commissione,diretta dagli ex-presidenti Fernando Cardoso (Brasile),
Ernesto Zedillo (messico) e Cesar Gaviria (Colombia),concludeva che la
guerra contro la droga è stato un completo fallimento e spingeva per un
drastico cambiamento di politica,non piu misure di forza all'interno e
all'estero,ma azioni molto meno costose e piu efficaci.Il loro documento
non ha avuto un impatto rilevante,come non ne hanno avuto gli studi
precedenti e la storia degli interventi.Questo rafforza ancora di piu
l'ovvia conclusione che la "guerra alla droga",come la "guerra al
crimine" e la "guerra al terrore" ,è perseguita per ragioni che non
hanno niente a che fare con gli obiettivi dichiarati.
Per
determinare le ragioni,possiamo adottare una procedura corrente nel
sistema legale,che assume le conseguenze prevedibili come prova
dell'intenzione,specialmente quando le conseguenze sono così chiare nel
lungo periodo,insieme con il prevedibile fallimento rispetto agli
obiettivi annunciati.
Le
conseguenze sono sempre state chiare.Questi programmi fungono da base
per l'azione di contro-insurrezione all'estero, con effetti
particolarmente duri nella zona scelta come obiettivo principale,la
Colombia;e sul piano interno funziona come "controllo della
popolazione",in parte spaventandola,un modo classico di imporre la
disciplina;in parte spostando la popolazione eccedente,per lo piu nera e
latina,mandandone u7n buon numero, e sempre crescente ,in prigione, la
controparte civilizzata della "pulizia sociale" (limpieza social) in
America Latina.Questo fenomeno neoliberista ha prodotto di gran lunga il
piu alto tasso di incarcerazione del mondo,da quando i programmi sono
partiti tranta anni fa,e aggiunge un altro buio capitolo alla storia
degli afroamericani.
La
"guerra alla droga" fu la base della politica interna del presidente
Nixon sebbene,diversamente dai suoi successori,egli includesse la
prevenzione e il trattamento come componenti significative.Le ragioni di
reviviscenza della "guerra alla droga" non sono oscure.Nixon e la
destra,insieme con ampi anni Settanta.Il primo era la crescente
opposizione alla guerra del Vietnam,che cominciava ad oltrepassare
limiti che dovevano essere assolutamente rinforzati:alcuni accusavano
anche Washington di crimini,non solo semplici errori commessi in un
eccesso di benevolenza e ingenuità ,come insistevano i commentatori
liberali.Il problema connesso era l'attivismo,specialmente tra i
giovani,che stava portando con sè un "eccesso di democrazia",avvertivano
gli intellettuali liberali,mentre richiedevano nello stesso tempo
obbedienza e passività e misure per rimediare al fallimento delle
istituzioni a cui era demandato "l'indottrimento dei giovani", scuole,
università ,chiese, e forse anche il controllo del governo sui media,se
l'autocensura non fosse stata sufficiente".
La
guerra contro la droga era un rimedio perfetto.Con la partecipazione
entusiasta dei media fu confezionata una favola secondo la quale un
"esercito di drogati" avrebbe fatto crollare la società non appena le
truppe battute fossero tornate a casa,e il tutto,naturalmente,era parte
di un insidioso complotto comunista". "I comunisti (in Vietnam)
combattono le truppe americane non solo con le armi da fuoco,ma anche
con le droghe",proclamava il commentatore Walter Cronkite,rispettato
liberale,mentre i suoi colleghi lamentavano che "l'orrore peggiore
emerso dalla guerra" era la piaga della droga tra le truppe americane
(Stewart Alsop).altri concordavano senza mostrare eccessivo
scetticismo,e con poche reazioni anche ad affermazioni terribili come
queste.Anche se l'uso di droghe sembra essere stato piu che altro una
moda comune nella cultura giovanile,c'erano comunque forme assai forti
di dipendenza:da alcool e da tabacco.
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