Di Sergio Di Cori Modigliani
Il 2 agosto del 1980, a Bologna, un’azione terrorista provocò una strage di inermi cittadini innocenti, uccidendo 85 persone.
Trentadue
anni dopo, ci troviamo ancora nella condizione di dover elemosinare al
governo uno straccio di verità, forse, magari, un giorno, se qualcuno
vorrà..
Personalmente
ritengo che il modo migliore di onorare quei morti consista nel
sottrarsi alla facile retorica e alla consueta demagogia museizzante
occupandosi invece del presente.
Cioè
delle stragi attuali, per fare ciò che si può, al fine di evitarne
altre. Prima di tutto l’attuale strage in corso, perenne, perdurante,
micidiale, contundente nella sua pervicacia criminale: l’omicidio premeditato dell’intelligenza psico-sociale del popolo italiano.
Paragonando
il dibattito politico attualmente in corso in Italia, con ciò che
accade in Germania, Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Cekia, (e Usa,
Sud America, Australia in zona extra-euro) se ne ricava una immediata
notazione etnico-culturale, deprimente quanto ottimista: la riconferma,
cent’anni dopo, della grandezza di Luigi Pirandello. Il suo mantra
socio-psicologico esistenziale (il “gioco delle parti”) ben inserito
all’interno di un contesto ancora più vasto, quello che lui definì
“Maschere Nude”, ci illumina ancora oggi, ci riempie di autentico
ottimismo e speranza. Avere nel proprio carniere culturale tale
precedente così visionario, così profondo, così incisivo nel riuscire a
cogliere la pantomima individuale della nostra etnia, identificandola
come spina dorsale del paese, è davvero una bellissima notizia: c’era un
tempo storico in cui sapevano pensare, sapevano insegnare, sapevano
divulgare, sapevano comunicare Senso; c’è stato, lo abbiamo avuto, vuol dire che può essere replicato raccogliendo quell’eredità di intelligenza sublime.
L’aspetto
deprimente consiste nel fatto che l’attuale gioco delle parti non venga
presentato in Italia per ciò che esso è, per l’appunto “un gioco delle
parti” e niente di più, una modalità elementare di fingere una dinamica
al fine di non cambiare nulla, per mantenere la pace coniugale in un
matrimonio disastroso, per fingere di costruire un’armonia d’amore in
una famiglia dove tutti si odiano, per offrire al popolo narcotizzato
l’idea di cambiamento di un sistema di potere il cui obiettivo consiste
nell’evitare a qualunque costo una qualsivoglia forma di cambiamento ad
ogni livello.
E
così, nel momento cruciale della Guerra Invisibile, l’Italia ci offre
un Vendola che parla come Cirino Pomicino, Alfano che parla come Ferrero
e Diliberto, Forza Nuova e Casa Pound organizzano collette “di
solidarietà sociale” per i terremotati emiliani (zona rossa)
completamente abbandonati al loro destino, e nei centri sociali
antagonisti si scopre il vantaggio della pratica delle arti marziali. Il
presidente di Confindustria parla di “mattanza sociale” e il suo
vice-presidente parla di “rispetto per i lavoratori e necessità di
combattere la disoccupazione”; il campione del neo-liberismo industriale
italiano, Sergio Marchionne, accusa i concorrenti tedeschi di “far
mercato”; l’attuale ministro per lo sviluppo economico dichiara “di
primaria importanza la lotta contro l’evasione” ma viene denunciato
dalla magistratura come Grande Evasore (si parla di circa 750 milioni di
euro quando era presidente di Banca Intesa, mai pagate) e nessuno ne
parla mai ritenendola cosa normale; nel settentrione, Formigoni a nome
della cultura cattolica vaticanista ricorda di aver fatto voto di umiltà
e povertà ma considera “un mio diritto trascorrere vacanze di lusso su
una bella barca e riposarmi in un resort a cinque stelle”, e così via
dicendo.
La
comunicazione che ne deriva è la seguente “in Italia tutto è lecito,
non soltanto non esiste il Diritto, ma il Senso è stato abolito” in tal
modo il Significato appare occulto.
Se
il Senso è stato sottratto, ogni cosa vale. Di conseguenza ogni cosa
equivale a ogni altra. Questo (io lo chiamo “egualitarismo del Senso”
che provoca la sua cancellazione) consente un appiattimento di
significati per cui una dichiarazione di Antonio Ingroia finisce per
avere lo stesso peso di quella di Lele Mora. Il cervello non riesce più a
operare seguendo coordinate logico razionali, le sinapsi si inceppano e
non si può più pensare. Non perché venga vietato, non perché ne venga
negata l’autorizzazione, non perché venga censurato, bensì perché viene
costruita una impalcatura di inceppamento cerebrale che automaticamente
impedisce la manifestazione di pensiero.
In
tal modo, Mario Monti e Mario Draghi diventano l’avanguardia
rivoluzionaria democratica, perché la dichiarazione del presidente della
Bundesbank “non capiamo, non comprendiamo e non vogliamo che il
contribuente tedesco debba fornire risorse finanziarie alla BCE che poi
li consegna a governi sostenuti da una classe politica che non è in
grado di controllare gli sprechi e gli abusi” viene considerata (in
Italia) un’argomentazione reazionaria trasformando questa frase in “la
Germania non vuole salvare l’Italia perché non vuole lo scudo
anti-spread”. Il che non ha alcun Senso. Lo ha se il dott. Ingroia vale
quanto Lele Mora.
Tutto
ciò per spiegare che le dichiarazioni trionfali della classe politica
italiana che ci hanno annunciato come tutto si stia muovendo, che la
crisi sta finendo, che l’euro si salverà, e l’economia riprenderà
slancio grazie alle dichiarazioni del rivoluzionario Draghi, appartiene a
un territorio senza Senso. E’ insensato. Verranno proposti tecnicismi,
aliquote, grafici, percentuali, e verrà spiegato che tutto ciò
migliorerà la vita del paese perché “i mercati hanno risposto bene”.
La
mancanza di Senso è relativa al fatto che “il mercato” viene
identificato come “l’ufficio di amministrazione del presidente della
Banca Pinca Pallina” e non come il luogo dove si realizza l’incontro tra
domanda e offerta tra chi produce merci e chi le vuole consumare. Da
qui discende tutto.
In
una realtà di non-Senso, tutto è lecito. Si può far credere ai propri
elettori che Formigoni pratica l’umiltà, che il PD è un partito
progressista, che Casini è un pilastro della democrazia e che Grillo
rappresenta l’anti-politica.
Sono
abitudini automatiche dovute anche all’uso eccessivo e malsano di
facebook, non a caso gli italiani sono diventati nel 2012 l’etnia con
il più alto numero al mondo di iscritti, è una cooptazione
dell’internautica elevata al rango di “arbitro dell’informazione” che
attribuisce al virtuale un Valore maggiore di quello reale.
Se
il virtuale si sostituisce al reale, si fa passare l’idea subliminare
che noi –in quanto materiale reale e quindi “tecnicamente” pensante- non
possiamo intervenire nella modificazione del Significato perché non
possiamo operare sul Senso: lo subiamo.
Così, il cittadino diventa soltanto passivo.
Così,
attribuendo a Mario Draghi (un funzionario di banca che nessun europeo
ha mai eletto, che non ha mai prodotto nulla, che non rappresenta
nessuna esigenza di ceti produttivi industriali, che non rappresenta i
lavoratori, che non rappresenta i votanti, che non può né promulgare
leggi né abolirle, che non può rilanciare l’economia e non può neppure
contrarla) se a un individuo così gli si attribuiscono facoltà di Senso,
allora tutto può essere.
Può accadere anche di ascoltare l’opinione di Lele Mora sulla trattativa stato-mafia.
Come se ne esce?
Non è mica difficile.
Basta
riconquistare dentro di sé la smagliante arroganza di pretendere,
esigere e volere che il Senso sia tale. Al di là della faziosità, delle
abitudini, degli schieramenti ideologici.
Vendola e Casini è un’accoppiata senza Senso. Lo capisce pure un bambino.
Mario Monti e Mario Draghi anche, se pensiamo all’economia reale.
Squinzi
e la Camusso insieme, sono un’ottima idea di “Senso di autentica
alleanza politica reale al fine di migliorare le condizioni
economico-sociali di tutti”.
Non
a caso, (toh che sorpresa!) è stato l’unico momento in cui Mario Monti è
intervenuto immediatamente e pubblicamente per attaccare la
Confindustria. Quei due insieme sono davvero pericolosi per chi pratica
il virtuale: loro se la vedono con il Reale.
E’ il nuovo paradosso dell’attuale Guerra Invisibile.
La rivoluzione necessaria del Senso Sociale passa attraverso l’abbraccio tra Camusso e Squinzi.
Il nemico è il virtuale, cioè la finanza.
Il Senso sta nel reale, cioè nell’economia che produce merci e offre lavoro e crea ricchezza.
E da lì scende tutto a pioggia.
Se
non vi piace più vostra moglie (nella vita reale) e fate finta di
niente perché vi sfogate con il sesso in rete (nella vita virtuale),
siete finiti nella zona del Senza-Senso. Non avete il diritto di
protestare se Draghi decide o non decide del vostro destino. Se invece
affrontate con lei il problema, riaccendete la passione oppure decidete
di divorziare e andate a cercare di sedurre la vicina di casa, forse la
vostra vita sarà senz’altro più faticosa, più complessa, più difficile.
Ma sarà più piena, più rigogliosa.
Perché sarà umana, sarà Vera.
Quando il Senso non esiste più, la vita non ha più Valore.
Nel mio mondo pieno di Senso, Mario Draghi è un video-game. Anche Mario Monti.
Basterebbe spegnerli.
Basterebbe dire (prima di tutto a se stessi) Game Over baby.
Nichi
Vendola, invece, è tutto contento del suo nuovo joystick, mi ricorda
mio figlio quando aveva dieci anni, a natale, con la sua nuova
playstation. Vendola è convinto che gli permetteranno di gestire il
percorso: è finito nel virtuale a sua insaputa. Ma non lo sa.
Sono
ottimista. Perché vedo in giro per il mondo un certo risveglio
dell’economia reale. Penso che in più di un luogo dove il potere conta
ci siano importanti industriali veri e potenti ai quali prudono le mani e
paternalisticamente vogliono staccare la spina del video-game per
mandare i bambini a letto.
Forse i mercati finanziari (il virtuale) promuoveranno Draghi e Monti e Rajoy.
I mercati veri (quelli reali) ci affonderanno prima del tramonto. Non vi è alcun dubbio.
Mi
auguro che questa sera Susanna Camusso e Giorgio Squinzi, magari
segretamente, trascorrano la serata insieme a cena per affrontare la
situazione del paese
Questo sì avrebbe Senso.
Non Mario Draghi.
Let’s stop with the video-game
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