Di Martino
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Negli ultimi mesi stiamo infrangendo tutti i record negativi possibili. Spread, pressione fiscale, aumento vertiginoso della spesa pubblica, burocrazia, fuga di imprenditori all’estero, e ora persino la disoccupazione. E se qualcuno pensa che tra i diversi fenomeni appena elencati non vi sia relazione alcuna, ebbene si sbaglia. Esiste eccome.
Sul blog spesso ho accennato a questa “relazione”, ma è un bene ogni tanto ripassarla, affinché i lettori al momento del voto sappiano bene a chi dare e non dare fiducia.
Il vertice di questa vergognosa piramide
è la spesa pubblica. In modo elementare, la spesa pubblica misura il
grado di spreco del nostro paese. Più è alta e più lo Stato spende il denaro dei cittadini, e più ne spende e più si indebita.
Con chi? Naturalmente con gli speculatori finanziari, gli investitori, e
chi – italiano o straniero – acquista titoli del debito pubblico. Ecco
dunque che entra in gioco lo spread. Più questo aumenta e più gli
interessi sui titoli del debito pubblico sono alti, e più sono alti e
più gli investitori e gli speculatori incassano denaro sul denaro.
Ma lo Stato per far fronte alla
spesa pubblica, non usa solo i BOT e i BTP, usa pure la pressione
fiscale. Il che comporta la seguente regola: più lo Stato spende e più tenderà ad aumentare la pressione fiscale,
visto che deve pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, la
burocrazia, le opere pubbliche, i servizi pubblici, e persino gli
interessi e il capitale sul debito pubblico, ai quali vanno aggiunte le
sacche di privilegio della politica, delle istituzioni, degli alti
funzionari e della magistratura: vere e proprie voragini di spesa, i cui
capitoli non sempre sono trasparenti.
Davanti a un siffatto mastodonte
immorale, a farne le spese sono sempre e solo i cittadini italiani, e in
particolar modo il ceto produttivo: imprenditori e artigiani, i quali si vedono costretti a sopportare un sistema fiscale esoso e taglieggiatore.
Al sud, poi, si aggrega pure la criminalità organizzata, che aggrava
ancor più la già difficile situazione degli imprenditori con le sue
attività criminali, il pizzo e il degrado. La conseguenza di tutto ciò è
che gli imprenditori hanno solo due o tre opzioni: o falliscono, o
evadono, oppure fuggono all’estero.
Il risultato ulteriore? Disoccupazione. Disoccupazione alle stelle. A luglio, per esempio, il tasso della disoccupazione giovanile tocca le vertiginose vette del 40%. Il più alto dal 1993. E al sud, la disoccupazione giovanile femminile arriva addirittura fino al 48%. Cioè su 100 ragazze tra i 15 e i 24 anni, 48 sono in cerca di lavoro (fonte ISTAT).
Il Governo Monti è stato e continua a essere un chiaro fallimento della politica italiana.
Il disastro Italia lo comprova. Per salvare una moneta di cartastraccia
e i privilegi della Casta, questo Governo ha demolito l’economia
italiana, il tessuto produttivo del nostro paese e ha posto una pesante
ipoteca sul futuro dei nostri giovani.
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