Verità per Niki Aprile Gatti: quando il Potere utilizza la Parola

lug 12, 2012 2 comments
Di l’Incarcerato
Per fortuna nel nostro Paese ancora esiste la democrazia e anche se lo si fa con enorme difficoltà, tutti noi abbiamo la possibilità di contribuire alle lotte e affiancare chi subisce delle profonde ingiustizie. Ma fino ad un certo punto, perchè se si supera il limite consentito scattano gli arresti e intimidazioni.
La Parola, specialmente se si dice la Verità confortata da fatti e verbali, da molto fastidio. Se determinati fatti rimangono nei confini regionali, la parola non infastidisce più di tanto. Ma se si passa sul Nazionale e addirittura si varcano i confini del nostro Paese, la parola diventa un pericolo. E alcuni ricorrono ai “ripari” cercando di ridicolizzare ciò che si denuncia.
Oppure basta una iniziativa di Partito come quella dei Radicali (ai quali fino all’altro ieri li stimavo per la battaglia dei diritti dei detenuti) per far passare la menzogna dell’ipotetico suicidio di  Niki Aprile Gatti.
La parola, quindi, può far anche male se utilizzata per depistare e infangare chi non ha la possibilità di  difendersi perchè non c’è più. Inoltre fa ancor più male specialmente quando si dicono con consapevolezza delle menzogne .
Niki Aprile Gatti era stato rinchiuso a Sollicciano per tre maledetti giorni in una cella di isolamento. Per chi non lo sa,la cella è tale e quale alle altre del carcere con il bagno e finestre. Ma con una differenza di non poco conto: che si è isolati dal resto del mondo.
Niki non aveva avuto assolutamente nessun contatto con gli altri detenuti, al massimo con lo psicologo o una guardia carceraria. E ovviamente con il giudice.
Niki già da allora aveva espresso la volontà di parlare.
Dopo i tre giorni è stato trasferito direttamente nella cella con gli altri due detenuti stranieri. Prima di allora è impossibile(e le carte lo dimostrano) che Niki abbia parlato con qualche altro detenuto. E ribadisco, l’isolamento non lo consente.
Io di una cosa ho la certezza assoluta. In questi anni ho avuto la possibilità di conoscere molto bene la famiglia di Niki.
Ha una madre davvero in gamba e combattiva. Il padre adottivo Roberto una persona pacata e di sani principi. La zia Iolanda, di una cultura e coscienza politica non indifferente. Una cugina, Sara, che è una vera rivoluzionaria. Un fratellino, il quale vuole così bene a NIKI, che così piccolo già dimostra di avere un’ intelligenza superiore ai suoi coetanei.
Persone che per davvero riescono a trasmettere sicurezza e soprattutto affetto. Se io avessi avuto una famiglia così, non mi sentirei abbandonato nemmeno se rimanessi per anni in prigione.
Figuriamoci per solo quattro maledetti giorni.
Per chi non lo sapesse, durante l’ora d’aria le celle vengono aperte, si esce fuori al cortile e i detenuti tra di loro possono socializzare. E tranquillamente si può entrare e uscire da qualsiasi cella. D’altronde è l’ora in cui si può fare di tutto,accade di scambiarsi messaggi particolari, può capitare che due boss mafiosi possano incontrarsi e progettare qualcosa, o formare come accadde al carcere di Voghera la banda degli ex pentiti di Salvatore Menzo. E può capitare di inscenare un suicido. Purtroppo in carcere si può uccidere tranquillamente, basta vedere quante mamme stanno combattendo per la verità e giustizia dei figli uccisi dal Sistema Carcerario.
Ma forse basterebbe riportare le parole del pentito della ‘ndrangheta Fonti, il quale ha fatto capire che se va in prigione, finirebbe ammazzato.
Niki voleva parlare perchè era con la coscienza a posto e non vedeva l’ora di riabbracciare la famiglia. E avrebbe parlato anche se gli avvocati ( e non lo hanno fatto!) gli avessero consigliato di avvalersi la facoltà di non rispondere; questo perchè Niki era un ragazzo pulito. E gli fu fatale!
Ma lo so che a “qualcuno” fa comodo rafforzare la tesi ufficiale del suicidio e dire menzogne. Perchè se avessero la coscienza a posto, quei “qualcuno” ci avrebbero affiancato nella lotta. E non mettere di proposito in giro delle falsità al dir poco fantasiose perchè non sostenute da fatti e documenti.
La fantasia lasciamola al Potere.

Commenti

  1. ...conosco come le mie tasche questa vicenda, è palese che lo stato attuale vuole celare i collegamenti tra compagnie di profitto illecito, cosche mafiose ed intere magistrature. Hanno messo a tacere l'unico ragazzo che nn si è avvalso della facoltà di nn rispondere, un ragazzo incensurato, indagato per "IPOTESI DI REATO INFORMATICO", viene inviato in un carcere, badate bene, (DI MASSIMA SICUREZZA), dove gli viene negato il contatto con l'esterno, perfino con sua madre, ma stranamente dove anche, contravvenendo alle più importanti regole di un carcere DI MASSIMA SICUREZZA, sono a sua disposizione, lacci di scarpe e la possibilità di ricevere telegrammi, infatti ne riceve uno che lo incita a cambiare avvocato e uno dei misteri che nn vogliono chiarire le suddette magistrature, è che se l'è inviato DA SOLO quel telegramma. Lui, l'unico dei ben 18 arrestati, che nn si è avvalso della facoltà di nn rispondere, cioè decide, nn avendo nulla da nascondere, di collaborare, finisce in un carcere di questo tipo, mentre gli altri 17, che hanno deciso di NON PARLARE, vanno ai domiciliari... Ne ho citate alcune, ma le incongruenze ed i misteri di questo caso, sono molteplici. Qui nn ci sono domande da porsi, qui ci sono solo TESTE IMPORTANTI che devono cadere e pagare, sono le persone come loro che rendono il paese avvolto dall'omertà e la sottomissione di ogni genere...!!!

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  2. Ma possibile che nessun magistrato, nessun uomo appartenente alla "giustizia" , nessun politico, nessun giornalista che non siano l’incarcerato o Oddone, vedono le enormi assurdità, le grandi illogicità, che presenta questo "suicidio"? Tutti ciechi o tutti con gli occhi bendati?
    La Sua famiglia non si arrenderà mai a questa verità costruita, la Verità Vera è un diritto per chiunque, ancor di più per chi non ha più voce.

    RispondiElimina

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