Il 19 Luglio, l’ufficio studi della Confcommercio, con una nota certifica che l’Italia è il paese in cui la pressione fiscale è la più sentita al mondo (mediamente il 55%), inoltre come per farci rassegnare all’evidenza, afferma che nei prossimi anni comunque questa situazione non è destinata a cambiare. Non pensiamo di essere i primi per poco: quella delle tasse, fosse una gara ciclistica, ci vedrebbe in fuga solitaria. I paesi che rincorrono da lontano, infatti, sono Danimarca (48.6%), Francia (48.2%) e Svezia (48%). Stati in cui notoriamente i servizi offerti ai cittadini non sono come quelli che riceviamo noi, i più munti di sempre.
Ciliegina sulla torta giunge da Unioncamere, i cui esperti hanno elaborato una relazione secondo cui, negli ultimi 10 anni, gli stipendi sarebbero aumentati ben di 29 euro, cioè nulla, rispetto all’aumento del costo della vita. Se questi sono i successi dello Stato italiano, se queste sono le prospettive per il nostro futuro, non c’è altro da aggiungere, se non che prima porremo fine a questa forma statale esanime e creiamo democraticamente e pacificamente un’alternativa, prima potremo tornare a vivere. Vivere davvero.
Fonte:l'Indipendenza
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