Di Sirio Turati
Leggere sulle pagine dei quotidiani circa le dichiarazioni euforiche
di chi si compiace per l’approvazione del cosiddetto “fiscal compact”
lascia in primo tempo sorpresi e in un secondo, increduli; in quanto il
MES, di recente approvazione, rischia di diventare epitaffio sulla
lapide dalla Repubblica, con tanto di marcia funebre.
Il trattato sulla politica di bilancio costringerà così l’Italia
ad una lunga serie di manovre “lacrime e sangue” e vorrei proprio
sapere da certi “politici” di Pd e Pdl il motivo di cotanta felicità.
Di fatto è stata data una spallata definitiva alla sovranità popolare.
I governi non saranno più in grado di delineare una politica economica
non in sintonia con i burocrati di Bruxelles e Francoforte. Tutto dovrà
essere ispirato a politiche di contenimento della spesa e austerità.
Tradotto: tagli continui allo stato sociale e, almeno per il caso
italiano, nuovo aumento della tassazione.
Il trattato entrerà in vigore il 1 gennaio 2013 per tutti i Paesi che quindi l’avranno ratificato
per quella data, il numero minimo richiesto é di dodici Paesi che siano
membri dell’Eurozona, ed entro cinque anni dalla sua entrata in vigore,
il fiscal compact diverrà parte nell’ordinamento giuridico dell’Ue.
A me, sinceramente piacerebbe sapere dai deputati “europeisti” da dove saranno
prelevati i 45 miliardi della prossima manovra finanziaria, tra
l’altro, a mio avviso, la prima di una lunga serie se non si verificherà
un forte aumento del prodotto interno lordo. Il taglio lineare ed il
prelievo su stipendi e pensioni rimarranno le uniche alternative
percorribili e nessuno degli Stati Ue potrà intervenire direttamente
sulle dinamiche di mercato.
Un altro particolare che mi colpisce é poi il silenzio degli osservatori e degli opinionisti.
Tutti sembrano essere convinti della bontà di questa riforma. Come nel
caso dell’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione, anch’
esso approvato di recente, a dire il vero non c’è stata traccia di un
serio dibattito sulla vicenda, ma a quanto pare é meglio parlare d’altro
piuttosto che informare seriamente i propri concittadini.
Chissà se ci sarà in giro qualche costituzionalista fuori dal coro
e in grado di scorgere le incongruenze e le contraddizioni tra i nuovi
vincoli di bilancio ed i principi fondamentali della Carta. Da oggi la
sovranità popolare non si dovrà confrontare solo con “i limiti e le
forme” previsti dal nostro ordinamento.
A mettere un freno al volere delle Camere ci penseranno le Autorità economiche comunitarie.
Le tecnocrazie di Bruxelles, Strasburgo e Francoforte. Entità non certo
in sintonia con i vari concetti dei principi democratici.
Le nuove norme prevedono, com’ era ovvio, anche delle sanzioni
e aggiunge una sorta di “obbligo morale” per gli Stati dell’Eurozona,
che si impegnano a sostenere le proposte o le raccomandazioni presentate
dalla Commissione europea. Ci sarà davvero poco margine di manovra per
chi oserà disattendere vincoli e direttive comunitarie.
Ancora una volta la finanza ha vinto sulle giuste rivendicazioni dei popoli.
Nessuno però sembra preoccuparsi di questo fatto. I complici della
speculazione internazionale sono gli stessi che si pongono come
“paladini” facendo credere di essere difensori dei “diritti
fondamentali” e dell’uguaglianza. Un teatrino che ormai ritengo privo di
ogni significato.
I fedelissimi dei diktat liberista sembrano non aver
ancora compreso le proprie colpe. La finanza non è più un mezzo ed è
diventata il fine. Il board della Banca centrale europea vale più di
qualsiasi parlamento eletto dal popolo. I cittadini devono limitarsi a
creare reddito per far aumentare gli zeri ai ricavi dei grandi gruppi
bancari. Non resta che ricordarci di quel contadino che esclamo: “Ci
sarà pure un giudice a Berlino!”. La Corte costituzionale tedesca
potrebbe infatti ritenere una indebita ingerenza il meccanismo previsto
dal cosiddetto “fondo salvastati”. Una decisione in grado di scombinare i
piani di chi lucra sulle sorti del Vecchio Continente. Qualche
decisione potrebbe arrivare anche dalla Corte di giustizia europea,
deliberatamente aggirata durante l’istruttoria del fiscal compact.
Comunque vadano le cose possiamo considerare archiviata l’Europa dei popoli. L’Ue è diventata una organizzazione basata sul mero monetarismo. E chi fa finta di non capirlo ha scelto di esserne complice.
Fonte:l'Indipendenza
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