Di Claudio Messora
Non paghi il canone Rai? Ti tagliano l’elettricità. Questa
la nuova proposta che da Palazzo Chigi potrebbero lestamente tramutare
in legge per recuperare 5-600 milioni di supposta “evasione”, con la
scusa che, in questo modo, la Rai potrebbe abbandonare la competizione
pubblicitaria con Mediaset e tornare a fare contenuti di qualità. Tutto
chiaro, signori? L’ennesima scommessa, un gioco d’azzardo: “facciamo
schifo e lo sappiamo, ma ora vi costringeremo a pagare, precettandovi
come i peggiori delinquenti e arrivando a lasciarvi al buio anche se è
inverno e fa freddo, bambini compresi, e poi vi promettiamo che faremo
buon uso dei vostri soldi, in un qualche futuro lontano e ideale,
tornando a fare TG che informano, trasmissioni culturali che
istruiscono, talk non pilotati, smettendo di mandare via le voci
produttive ma scomode.”. Sì, e noi crediamo alla Befana!
Il Servizio Pubblico c’è già: si chiama internet e ce lo costruiamo
da soli. Non abbiamo bisogno della vostra spazzatura dorata. Volete
tagliarci la luce se abbiamo un monitor e ci rifiutiamo di pagare alla
Enel il corrispettivo aggiuntivo per tenere in vita un carrozzone di
intrallazzoni faccendieri dediti all’inciucio, al mantenimento in caldo
della poltrona, al servilismo d’accatto, alla distruzione
dell’informazione? E questa sarebbe l’austerity? Lo spread tra la rete e
la televisione pubblica, in Italia, non sta a 400 punti, ma a
quattrocentomila! Noi siamo il mercato, siamo la vostra troika, e i
soldi non ve li diamo, a meno che non operiate una serie di riforme
“lacrime e sangue” (leggi “cultura e informazione”) tali da lasciare in
mutande tutto l’establishment della vostra macchina propagandistica e da
rendervi meri nastri trasportatori di idee, senza deformazioni, senza
storpiature ad uso e consumo del potente di turno, del colletto bianco
che ha il potere di darvi uno stipendio e ricoprirvi di oro e di potere.
Noi vogliamo un servizio pubblico dove la parola “pubblico” stia ad
indicare che è di nostra proprietà ed afferisce alle nostre esigenze di
informazione, come una volta sanciva il Trattato di Amsterdam, non che
sia costruito per rubare risorse e destinarle all’indottrinamento del
popolo-pecora.
Noi vogliamo un servizio pubblico che sia simile, così tanto simile a
internet, che allora basterebbe destinare tutti questi soldi allo
sviluppo delle infrastrutture di rete e all’incentivazione delle nuove
forme di veicolazione della cultura, come blog, videoblog e web-tv, che
guarda caso, per funzionare, hanno proprio bisogno dell’elettricità che
volete tagliare.
Che ne è, piuttosto, del progetto di portare internet nelle case
usando l’infrastruttura delle linee elettriche? Che ne è della banda
larga? Che ne sarebbe di voi, se l’informazione non fosse ostaggio delle
testate giornalistiche che pagate profumatamente con centinaia di
milioni di euro di fondi pubblici? Che ne sarebbe di voi, se solo una
parte infinitesimale di queste risorse arrivassero a blog come questo,
per istituire un dibattito vero, ampio, paritario tra le forze
intellettuali oneste di questo paese?
Ma voi andate avanti così, non preoccupatevi: vedrete che prima o poi ve la daremo noi, l’austerity. Più prima che poi..
Related Posts
{{posts[0].title}}
{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}
{{posts[1].title}}
{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}
{{posts[2].title}}
{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}
{{posts[3].title}}
{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione