Le politiche di austerità e rigore continueranno ad avere effetti recessivi e causeranno rivolte e manifestazioni come sta succedendo in questi giorni in Spagna. L’anno scorso in Grecia, quest’anno in Spagna. Le proteste non cessano: i cittadini europei si ribellano alle “condizioni forzate” a cui sono sottoposti. Nonostante la BCE continui con le sue iniezioni di liquidità per salvare le banche europee i suoi risultano solo dei “palliativi” temporanei che non porteranno a niente.
Le misure di rigore non possono portare a niente di buono perchè diminuiscono i consumi e il potere d’acquisto dei salari: esse faranno solo aggravare la presente situazione di recessione e faranno aumentare disoccupazione e precarietà nel mondo del lavoro.
L’imposizione ai governi di ridurre il loro rapporto tra debito pubblico e PIL è diventata un’ossessione. Al contrario devono essere perseguite politiche di espansione economica, politiche per la crescita e per lo sviluppo, un “Green Deal” che porterebbe ai cittadini europei nuovi posti di lavoro e conseguenti possibilità di sviluppo e crescita.
Nello stesso tempo la BCE dovrebbe aiutare i paesi più deboli dal punto di vista economico comprando i loro titoli di stato e consentendogli di risanare il debito pubblico.
In questo modo si metterebbe in moto un circolo di espansione produttiva al posto della contrazione innescata dalle politiche di austerità .
L’Europa necessita di investire in strade nuove, bisogna intraprendere percorsi fino ad ora quasi inesplorati: il mondo sta cambiando sia a causa dei cambiamenti climatici sia a causa “dell’arrivo in scena” dei paesi emergenti: non bisogna restare lì a guardare quello che succede ma reagire a queste nuove sfide con nuove soluzioni come l’investire sempre più nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico, investire su tipi di energia alternativi come la fusione nucleare.
Solo così si potrà uscire dal “vortice” recessivo in cui siamo finiti
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