La Sicilia, i Forconi e l’Islanda. Strani legami contro il default

lug 26, 2012 1 comments
sicilia
Di Marcos Francia
Cosa accadrebbe se la Sicilia dimostrasse che è legalmente possibile un percorso diverso da quello imposto dalla finanza europea e la democrazia dei cittadini vincesse come in Islanda?
Da tanto tempo si legge molto su come vanno le cose in Sicilia. Sono generalmente riflessioni su argomenti specifici che spesso sono de-contestualizzati. Le grandi testate da mesi sembrano rispondere tutte ad una logica ben precisa e danno la sensazione di 'coro unanime' di disapprovazione. Ricorre più o meno spesso la parola 'fallimento' o 'default'.
Siamo nel mezzo di una campagna mediatica. Questo giornale è stato tra i primi a pubblicare della rivolta dei Forconi e, certamente, il primo a comprendere la portata dell’evento. Sull’argomento ci sono stati picchi di accessi, come spesso è capitato parlando di cose che i grandi media ignorano, parlando di chi realmente può e vuole cambiare e si impegna in prima persona.
Sentire molti rappresentanti delle istituzioni parlare di rischio fallimento per la Sicilia è stata una sorpresa. Peggio della Sicilia in Italia, sul piano economico finanziario, versano varie regioni. Usando il punto di vista finanziario che contraddistingue chi governa attualmente il nostro paese, poi, la Sicilia è impegnata in un percorso di risanamento iniziato anni fa e da cui non sembra si sia mai allontanata. Qualcosa non torna.
bce
"Immaginatevi, ad esempio, se in Sicilia iniziassero a stampare denaro o cercassero di trovare soluzioni diverse all’indebitamento di quelle che individua il governo centrale"
C'è da chiedersi se più del default potesse spaventare la possibile reazione al default in una terra che ha dimostrato di poter e sapere reagire quando si sente ingiustamente vessata, in una terra che ha dato e dà tanto al nostro paese soprattutto in tema di legalità e pensiero politico, per non parlare della creatività imprenditoriale e della voglia di lavorare delle giovani generazioni.
La conclusione semplice ma non semplicistica forse è che la Sicilia, a differenza delle altre regioni più o meno indebitate è a statuto autonomo e gode di una serie di privilegi che potrebbero essere esercitati se il "popolo sovrano" lo chiedesse.
Immaginatevi, ad esempio, se in Sicilia iniziassero a stampare denaro o cercassero di trovare soluzioni diverse all’indebitamento di quelle che individua il governo centrale. Immaginatevi se i cittadini individuassero percorsi che si differenzino nei fatti e nei risultati da quanto imposto da un Governo non eletto democraticamente che forse inizia a preoccuparsi del fatto che laddove i cittadini possono esercitare la democrazia la esercitino davvero.
Cosa accadrebbe se legalmente la Sicilia dimostrasse che è possibile un percorso diverso da quello imposto dalla finanza europea e la democrazia dei cittadini vincesse come in Islanda?
Basterebbe un evento del genere a risvegliare gli italiani intorpiditi da anni di TV ed intimoriti ogni giorno da scenari catastrofici confezionati ad hoc?

Fonte:il Cambiamento

Commenti

  1. Bene giusto ma chi sono gli artefici di questa grande idea di cui si dice e si scrive tanto e che non si riesce mai a portare in porto?

    Io sono il primo a seguire e sostenere un tale programma ma per favore passiamo ai fatti e smettiamola di fare solo tanto fumo e poi alla fine ci facciamo sfruttare come è stato fatto fin'ora e per giunta siamo stati marchiati come "mafiosi", se ci vogliono le maniere forti usiamoli, tanto siamo tutti morti ormai chi prima e chi dopo ci uccideranno tutti.

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