I censori del sistema non conoscono
soste, essi nascondono un'infinità di informazioni preziose ai fini
della conoscenza in generale, come ad esempio il pensiero di molti
illustri filosofi e studiosi che non faranno mai parte dei programmi
scolastici ministeriali e delle 'discipline'.
Naturalmente anche la tv tiene in latitanza forzata una parte
considerevole di informazioni, e questo succede perché l'effetto
emulazione potrebbe mettere in serio pericolo lo status quo,
ma anche perché le coscienze dei telespettatori devono essere plasmate
attraverso quegli elementi che sono funzionali solo al sistema.
L'emulazione
è insita nei bambini, essi copiano in maniera spontanea ciò che vedono e
ciò che ascoltano; è anche attraverso l'emulazione che la natura mette
in moto i meccanismi di apprendimento dei bambini, e questo processo di
apprendimento, gli apparati dello Stato lo conoscono molto bene, perciò i
censori hanno il preciso compito di esercitare un ferreo e costante
controllo sulle informazioni, decidendo ciò che conviene o non conviene
divulgare. Per inciso, gli adulti non sono esclusi dallo stesso processo
di apprendimento, ma se ciò che viene appreso in età adulta può essere
dimenticato, nel bambino le conoscenze apprese per emulazione (quindi
per gioco) si stampano a fuoco nella sua coscienza, condizionando
l'intero percorso di vita, i pensieri, le scelte, le azioni.
Ci
sono invece cose che lo Stato ritiene assolutamente necessarie e
basilari per la formazione dei bambini, cose che i più piccoli devono
necessariamente assimilare, copiare, giocando: violenze d'ogni sorta,
guerre, competizioni anche sportive, divisioni sociali, storie e favole
di re e regine, di principi e principesse, di eroi e super eroi, donne
oggetto, banalità edonistiche... cioè tutto il necessario affinché nel
fanciullo si installi quel materiale cognitivo preposto alla formazione
del futuro cittadino che perpetua, assolve, giustifica, persino ossequia
il sistema violento e autoritario, competitivo e mediocre, borghese e
capitalista, gerarchico e fascista.
Quando
i bambini non sono davanti alla tv, essi si trovano generalmente a
scuola, cioè in quel luogo ipercontrollato come un carcere,
supernormato, dove vige la disciplina più intransigente giustificata da
un presunto 'dovere civico' e da un'ipocrita 'buona morale'.
Il fatto però si è che la natura umana tende a cercare comunque la
libertà, quindi a sovvertire le norme imposte dall'alto. E' gioco-forza.
Ma allora che cosa succederebbe se i bambini a scuola, in questo tipo
di scuola autoritaria, venissero lasciati liberi? E' evidente che i
piccoli, avendo nella coscienza e nel bagaglio culturale solo elementi
autoritari (si conosce per agire e viceversa), in quei brevi momenti di
ricreazione, ma anche nei momenti in cui furtivamente riescono a
sottrarsi al controllo, non possono far altro che esercitare l'autorità e
competere. Perciò si spiegano anche i continui dispetti reciproci e il
caos da artiglieria in rotta di battaglia. Una libertà concessa a chi ha
assorbito il modello autoritario non potrà mai generare armonia e
solidarietà. E' ciò che vuole il sistema per imporre ai cittadini il suo 'ordine' a forza di coercizioni e repressioni.
Così
i bambini mettono in pratica tutti i modelli acquisiti: copiano
fedelmente l'autorità dell'insegnante (o del genitore più autoritario),
aspirano ad una posizione di controllo sugli altri, si organizzano in
bande contro alcuni compagni o compagne, si allenano all'obbedienza nei
confronti di un capo riconosciuto (nota: un capo è quello che incute più
paura degli altri, e questa paura è sempre frutto di un esercizio di
violenza reiterata, anche psicologica). Finita la ricreazione, quando si
ritorna nei ranghi, i bambini continuano ad esercitarsi con gli
elementi autoritari che la scuola fornisce loro: tornano a informarsi
sul valore della guerra e sulla potenza di qualche arma per dichiararsi
con più fierezza 'appartenente a uno Stato',
si identificano con un dittatore qualsiasi, con un generale, con un
imperatore, disegnano armi di ogni tipo (in questo la loro creatività
non ha limiti, è tutto dire), eccetera. Spesso questi studenti, durante
lo studio forzato, evadono con la testa e pensano al successivo momento
di svago-guerresco dove mettere in pratica le infinite strategie di
supremazia per poter praticare il loro sacrosanto 'diritto'
al dominio, la disuguaglianza e la classificazione dei ruoli sociali. E
tutto come fosse la cosa più normale e naturale del mondo.
Sotto
questa luce i bambini appaiono già come dei piccoli adulti, ma questi
ultimi, i genitori, cosa pensano dei loro figli? Solitamente i bambini
sono sempre motivo d'orgoglio per ogni genitore che li vede così 'scaltri da non farsi mettere i piedi sulla testa'.
E ci sarebbe davvero da esserne fieri se questi bambini imprassero
veramente a non farsi mettere i piedi sulla testa, ma non dagli altri
bambini (gli eguali-nemici), bensì dall'autorità! Invece i piccoli
imparano anche dalla scuola ad essere forti con i deboli e deboli con i
forti. Chi sbaglia paga e subisce, ma solo se chi sbaglia è in minoranza
o se è più debole. Insomma, così piccoli e già così cittadini, pronti a
farsi comandare dal più forte e a comandare a loro volta sul più
debole, sempre felici per la promessa di un premio, e sempre
terrorizzati di fronte ad una paventata punizione. Schiavi e padroni ad
un tempo, ligi kapò e feroci dittatori, imprigionati in questo ciclo di
violenza, di abbrutimento, di omologazione e di ingiustizia. Tutto
dovuto per 'diritto', tutto voluto dallo Stato.
vignetta di Jossot: 'credo che sia maturo per la caserma'
Fonte:Scuola Libertaria
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Fin quando dalla clava
RispondiEliminaNon ha mai seta
Quest'uomo appeso al niente
Alle sue ali