Di Fabrizio Dal Col
Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, è
intervenuto a Serravalle Pistoiese al dibattito di Cgil “Incontri sulla
spending review”. Nel corso del suo intervento al dibattito ha affermato
che ”è un primo passo nella direzione giusta” ma “dobbiamo evitare la
macelleria sociale”, sottolineando poi “abbiamo vissuto 30 anni da
cicale ora pensiamo da formiche.” All’incontro ha partecipato anche il
segretario della Cgil Susanna Camusso che, come prevedibile, ha fatto a
pezzi la riforma di Monti assegnando complessivamente al suo governo un
voto “gravemente insufficiente” e annunciando “una mobilitazione
generale”.
Durante il dibattito Squinzi ha ribadito che da un
lato “il governo dei tecnici può essere una parentesi in una determinata
fase della vita del Paese, per ritrovare credibilità a livello
internazionale” e dall’altro che ”non può essere il nostro futuro, non
possiamo farci governare da dei tecnici. Punto e basta. Abbiamo bisogno
della buona politica poi non so se tra questi tecnici qualcuno possa
assumere una fisionomia politica, in questo momento non lo vedo. Se il
presidente del Consiglio Mario Monti assume una fisionomia politica
giusta non sono assolutamente contrario, non ho prevenzioni. Ma se si
continuerà a gestire il governo da tecnici non credo che andremo molto
lontano”.
Dopo le dichiarazioni di Squinzi il premier Monti ha
replicato in modo subdolo e poco british, intervenendo al Circle des
economistes ad Aix en Provence, dove ha incontrato il ministro delle
Finanze francese Pierre Moscovici. “Dichiarazioni di questo tipo fanno
aumentare lo spread, i tassi di interesse e incidono non solo sul debito
pubblico ma anche sulle imprese” sono state le parole di Mario Monti
che, proseguendo, ha affermato: “invito a considerare che dichiarazioni
di questo tipo da parte di figure istituzionali e personaggi ritenuti
responsabili, hanno effetti molto negativi nei mercati e nelle
valutazioni delle organizzazioni internazionali”. “Quindi – ha aggiunto –
suggerirei di fare piu’ attenzione non tanto per riguardo al governo,
che evidentemente non lo merita sulle basi di cio’ che viene detto, ma
per le imprese. Mi permetto di dire come esponente del governo che non
si faccia il danno delle imprese”. Infine: ”E poi avevo capito che le
forze produttive migliori desiderassero il contenimento del disavanzo
pubblico e che obiettassero rispetto a manovre fatte in passato molto
basate sull’aumento delle tasse, e che era ora di incidere su spesa
pubblica e strutture dello Stato. Ma evidentemente avevo capito male ”.
Durante il suo intervento il premier Italiano non ha risparmiato un affondo nemmeno verso Finlandia e Olanda
che con le loro dichiarazioni, da lui considerate “inappropriate”,
hanno contribuito a far crescere lo spread e “hanno avuto l’effetto di
ridurre la credibilità delle decisioni prese dal Consiglio Ue”. Infine,
una affermazione di Monti la dice lunga: ”Sono un po’ incerto sul fatto
di perseguire un’integrazione economica e politica basata solo
sull’Eurozona. So che questa in Francia e’ la visione piu’ diffusa, ma
io ho un po’ di remore su questo. Sarebbe meglio non isolarci troppo dal
resto dei paesi dell’Unione che non fanno parte dell’Eurozona”.
Alla luce di ciò che dice oggi Monti è facile osservare
dalle sua parole che: le colpe sono sempre degli altri e che i
provvedimenti del suo governo sono sempre giusti, ma soprattutto che,
oltre a non piacergli le critiche, ree a suo dire di danneggiare il suo
operato e a favorire la speculazione dei mercati, il premier fa
trasparire una certa insofferenza quando lo si contraddice, una
sofferenza che da settimane non riesce più a nascondere e che lo porta
forse a pensare si sminuisca di conseguenza anche la sua figura di
tecnico blasonato. Ai Cittadini come ai mercati non sfugge invece che
quello che dice il premier in un dato giorno, viene rinnegato dopo poche
settimane provocando di fatto l’irritazione della gente ormai stanca di
sentirsi presa in giro e proprio quei guai di cui sopra che lui molto
abilmente sa scaricare verso gli altri. Inoltre quando dichiara di
essere un po’ incerto sul perseguire una integrazione economica e
politica basata solo sull’Eurozona in quanto provocherebbe a suo dire
l’isolamento dell’Italia dal resto dei paesi che non fanno parte
dell’Eurozona dimostra di aver attuato un cambiamento radicale rispetto a
ciò che invece sosteneva appena nominato.
A questo punto viene da chiederci a chi siamo stati affidati e dove costui ci intenda portare.
Fonte:l'Indipendenza
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